Santa Maria Goretti
È una Santa notissima nella chiesa di Dio. Ella morì martire in giovanissima età e perdonò il suo uccisore.
Conservò la sua verginità e diede prova di coerenza e di fedeltà agli insegnamenti di Gesù.
Nacque a Corinaldo, in provincia di Ancona, il 10 ottobre del 1890, secondogenita di sei figli. I suoi genitori furono Luigi Goretti e Assunta Carlini, i quali erano semplici e poveri contadini. Questi emigrarono nell’Agro Pontino, per poter mantenere la propria famiglia. Tali terre del Basso Lazio, essendo paludose, erano state bonificate e distribuite ai nullatenenti. In esse erano morte molte persone per la malaria.
Era il 1900 quando la malattia colpì mortalmente anche il padre di lei. Alla figlia Maria lasciò l’incarico di accudire i suoi fratelli e di gestire la casa.
L’adempimento dei doveri domestici non impedì a Maria Goretti di recitare quotidianamente il Santo Rosario, di essere presente alle funzioni sacre e di accedere alla SS. ma Eucarestia. Quest’ultima pratica le infondeva la gioia e la forza di essere fedele alla vita e all’esercizio delle virtù cristiane.
Il suo ideale di santità era semplice e chiaro: non offendere mai Dio con il peccato. L’occasione per dimostrarlo, le fu dato da un suo amico che come lei abitava in una casa colonica vicina, Alessandro Serenelli, e che era un giovane di diciotto anni, da lei considerato come fratello, perché come lei, figlio di contadini e vicino di casa e di campagna.
Un giorno Alessandro, in preda a pulsioni sessuali violente, aggredì Maria con la volontà di violentarla. Maria Goretti si oppose con tutte le forze che aveva e resistette all’assalto di lui.
Alessandro reagì alla sua resistenza, colpendola con quattordici colpi di punteruolo, i quali furono come altrettanti colpi di coltello. Maria cadde a terra in mezzo al sangue. Fu soccorsa e trasportata all’Ospedale più vicino. Dopo aver subito un intervento chirurgico ebbe solo il tempo di riprendere coscienza, di rivelare il nome dell’assassino e di dire a sua madre: «per amore di Gesù gli perdono, voglio che venga con me in Paradiso».
Sul letto di morte Maria Goretti ricevette gli ultimi sacramenti, fu iscritta tra le Figlie di Maria e lasciò questo mondo il 6 luglio del 1902, quando aveva soltanto dodici anni.
Alessandro Serenelli fu condannato a trent’anni di carcere e quando uscì, chiese perdono alla madre di Maria Goretti.
Pio XII la proclamò beata e martire nel 1947. Al rito della Canonizzazione, che avvenne il 24 giugno del 1950, assistettero sua madre e il suo assassino.
Quest’ultimo sinceramente pentito, sentì ripetersi le parole di S. Maria Goretti: «No, no, Dio non vuole; se fai questo, vai all’inferno».
Alessandro Serenelli passò gli ultimi anni della sua vita in un convento e nella penitenza.
Riproporre oggi alle nuove generazioni l’ideale della purità verginale vissuta da Maria Goretti, è come parlare al vento, in un deserto.
I temi più ascoltati e seguiti oggi sono quelli della libertà sessuale e quelli dei pari diritti tra l’uomo e la donna.
Prima o poi, tuttavia, si sentirà il bisogno di parlare di Dio e di ciò che attiene al Suo Regno. Probabilmente, nella logica del Vangelo, si tornerà a parlare anche di purezza interiore e di verginità spirituale.
Nella città di Nettuno c’è il Santuario di S. Maria Goretti, celebre in Italia e nel mondo, e nella Chiesa di Dio c’è il profumo di santità di questa martire moderna.
Prof. Pietro Tamburrano