L’ICONA DELLA MADRE
NELLA BASILICA DI S. DALMAZIO
QUARGNENTO (AL)
Presentiamo l’icona della Madre Michel, presente nella basilica parrocchiale di S. Dalmazio, in Quargnento (Alessandria), eseguita in occasione dell’anno giubilare del santo patrono, e cioè, i 1.100 anni della traslazione del corpo di S. Dalmazio da Borgo S. Dalmazio (CN) a Quargnento. Per l’occasione la navata centrale della chiesa è stata impreziosita dalle due stupende statue del Santo Patrono del paese, e della B. Teresa Grillo Michel, significativamente presente a Quargnento attraverso l’opera svolta dalla Piccola Casa della Divina Provvidenza a favore di anziani e persone bisognose di cure fisiche e spirituali. Le statue sono state benedette il 17 dicembre 2006 da S. Ecc. Monsignor Fernando Charrier Vescovo di Alessandria, dopo la solenne Concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Massimo Giustetti. In questo contesto ci limitiamo a parlare solo della statua della M. Michel, inquadrandola nel contesto di alcuni episodi della vita stessa della Beata Fondatrice.
L’opera scultorea
È stata realizzata ad Ortisei (BZ) dallo scultore Andreas Moroder che l’ha scolpita in legno di pino e decorata con pittura ad olio. Alta m.1,70 ritrae la B. Teresa Michel nel classico atteggiamento dell’istantanea che ha ispirato altre due opere importanti: la tela della Beatificazione del pittrore Alfovino Missori e la statua di marmo dello scultore Perrotta nei laboratori “Domus Dei” di Roma, (di cui rispettivamente si è parlato).
La sua preziosa eleganza (come realmente si presentava la Madre) rappresenta un motivo di orgoglio per la comunità delle suore e della parrocchia di S. Dalmazio, ma anche per tutti gli abitanti di Quargnento e delle zone circostanti. La sua bellezza artistica, infatti, evocando la figura e la santità di Madre Teresa Michel, è un vero richiamo spirituale, perchè riesce a suscitare una viva ammirazione, stimolare alla contemplazione e invitare alla devozione. Tutto l’insieme iconografico richiama anche alla mente le sue vicende personali, la sua esemplarità, le storie vissute che costituiscono ancora un modello per gli uomini del nostro tempo. Il suo sguardo sereno e materno rende sicuri i fedeli della sua umanità che ora si trasforma in intercessione presso Dio, a sostegno di coloro che a lei si affidano nel bisogno spirituale e materiale.
L’artista
Conosciuto in tutto il mondo e premiato più volte, il maestro Andreas Moroder svolge un’ampia e continua attività artistica, eseguendo opere molto differenti tra loro. Egli esprime nelle sue creazioni intuizioni teologiche ed estetiche di alto contenuto, cui aggiunge sentimenti e atteggiamenti e carica emotiva che mettono in relazione le figure ritratte con i fedeli. La sua ampia versatilità lo porta a realizzare sia statue di Gesù e della Madonna, sia immagini di santi, come anche altri soggetti ed oggetti sacri consueti nella decorazione delle chiese. In tale lavoro creativo e funzionale alle diverse esigenze della devozione cristiana è coadiuvato dalla collaborazione dell’Arch. Patrizio Tavella.
Quargnento e la Basilica parrocchiale S. Dalmazio
Quargnento è un comune di circa 1.330 abitanti che si trova in Piemonte, in provincia di Alessandria. Situato nel cuore del Monferrato, questo grazioso borgo sorge in luogo collinare, in una zona dedita all’allevamento e all’agricoltura.
Numerosi ritrovamenti testimoniano la sua origine romana. Nel medioevo appartenne ai Vescovi di Asti, contribuì alla fondazione di Alessandria, fu conquistata dai Visconti, passò agli Sforza e fu data in feudo ai Teleutini .
Tra le sue molte bellezze artistiche Quargnento annovera diverse testimonianze ricche di valori storici: il parco e la villa dei marchesi Cuttica di Cassine, l’edificio municipale, la chiesetta di San Bernardo, la casa natale del pittore Carlo Carrà e la Basilica parrocchiale di San Dalmazio sorta nell’Alto Medioevo su un tempio dedicato a Diana. Della sua struttura originaria, dopo la ricostruzione del 1270 in forme tardo-romaniche rimangono l’abside, la base del campanile e la navata centrale. L’interno conserva un polittico quattrocentesco in terracotta dell’alessandrino Francesco Filiberti ed un polittico cinquecentesco di Gandolfino da Roreto.
A queste opere vanno aggiunte ora le moderne statue di S. Dalmazio e della B. Madre Teresa Michel, che a loro modo contribuiscono ad impreziosire il valore artistico e spirituale della cittadina.
È interessante inoltre ricordare altri motivi di rinomanza di Quargento, rimasto famoso perché vi hanno operato, portando la loro fede e il loro esempio, e spargendo il seme delle vocazioni sacerdotali e religiose diversi grandi personaggi: S. Francesco d’Assisi, S. Giovanni Bosco, S. Domenica Mazzarello, S. Luigi Orione. In tale cittadina piemontese è nata la Madre Leonarda Boidi passionista, morta in concetto di santità.
Ma ancora più rilevante per noi è che a Quargento la B. Teresa Michel più volte è stata ed ha operato personalmente e attraverso le sue figlie. “La filiale più grande (dell’Opera Michel) dell’agro alessandrino è quella di Quargnento. Una casetta civile con rustico e orto donati dai coniugi avv. Giovanni Chiri e Isabella Carrà (tramite l’arciprete Testa) sono diventati un grande Ospizio, che gli abitanti della cittadina aiutano con simpatia. Ne presero possesso le orfanelle nel 1914 e le novizie fino al 1920; poi la Madre incominciò a mandarvi le «buone figlie» le quali finirono per sloggiare orfanelle e novizie. Così l’Ospizio di Quargnento è tipicamente «michelino».
Una nuova benefattrice, la signora Adele Zani del Fra, nata Poma, seguendo il pio desiderio del consorte defunto, il magistrato Mario Zani del Fra, fece restaurare ed ampliare dal geom. Coppero l’Ospizio che con i due comodi e spaziosi atrii aperti a mezzogiorno, si presenta imponente a quanti arrivano in paese da Alessandria. Una devota cappella vi è stata benedetta il 4 novembre 1932, e l’ampliamento dell’edificio fu inaugurato il 20 ottobre 1933 con l’intervento di S. E. mons. Milone, vescovo di Alessandria, della Madre Fondatrice, dell’insigne benefattrice, dell’arciprete Can. Poggio, e della popolazione.
Poco lontano, seduta su una grossa pietra dell’atrio la Madre, nelle sue visite a Quargnento, raccoglieva intorno a sé le «buone figlie» festanti e le invitava con dolci parole alla riconoscenza” (Carlo Torriani – Madre Teresa Michel).
Un dono “ricco” di memorie
La statua di Madre Michel è stata donata alla Chiesa di S. Dalmazio dallo stesso parroco don Gian Piero Gosio. Tale ammirevole gesto certamente vuole esprimere devota gratitudine alla Madre fondatrice per l’opera di carità che ancora oggi, attraverso le piccole suore della Divina Provvidenza, si compie a beneficio di tanti bisognosi della zona, ma in particolare ne testimonia l’esemplarità ricordando quando madre Michel, per la questua, faceva la spola tra Alessandria e Quargnento tirando un asinello con un carrettino, poveramente vestita. In merito ascoltiamo Maria Ferrettini in Gosio, madre di Don Gian Piero:
«Ricordo molto bene Madre Michel. Avevo circa dodici anni quando la vedevo le prime volte passare da casa nostra con il carrettino tirato dall’asinello. Lei era sempre a piedi; qualche volta, all’andata, faceva salire le ragazze che l’accompagnavano, ma al ritorno il carrettino era carico di paglia, fieno, meliga e di ogni altra cosa che la Provvidenza, attraverso le brave donne che abitavano alle cascine, aveva preparato. La mia nonna accoglieva quella signora in abito dimesso, ma sempre con portamento signorile con tanta benevolenza e cercava di offrirle qualcosa da mangiare, ma la Madre non accettava nulla. Allargava sul tavolo un grande fazzoletto come si usava allora (quella era la sua tovaglia) e mangiava con le ragazze che lei definiva “miei gioielli” pane e formaggio, accettando dalla nonna solo un bicchiere d’acqua fresca appena tirata su dal pozzo con qualche goccia d’aceto “… perchè – come diceva quella santa donna – disseta meglio ed aiuta a digerire”. Incuriosita io le giravo intorno e quando se ne andava, dopo aver recitato le preghiere di ringraziamento, la nonna mi diceva: “Vedi, era tanto ricca, ma ha donato tutto ai poveri per essere povera con loro”. La nostra casa era diventata la sua casa di passaggio e noi eravamo felici ed anche un po’ orgogliosi che Madre Michel avesse scelto la nostra casa come sosta quasi settimanale nel suo pellegrinare per amore di Dio».
Ci piace a questo punto riportare, dalla pubblicazione parrocchiale “l’Angelo di Quargnento” (settembre 1926), la simpatica e semplice narrazione dell’acquisto dell’asinello e del carretto della “Provvidenza”, che sembra quasi un quadretto ad acquarello:
“Parecchie pie e caritatevoli persone con squisito pensiero hanno voluto provvedere il locale Ricovero della Divina Provvidenza di un bel ciucherello con relativo carretto pei bisogni della Casa. Tutti sanno che il suddetto Ricovero raccoglie circa una sessantina di creature infelici a cui, o la natura fu avara de’ suoi doni, o la morte dei genitori lasciò orfane in tenera età senza tetto e senza pane. D’altra parte il Ricovero non ha fondi,’ s’impone perciò la dolorosa necessità di rivolgersi alle anime buone del luogo e più spesso ancora ai paesi vicini per la raccolta dei mezzi di sussistenza.
Ecco quindi l’asinello provvidenziale che accompagnerà fedelmente le ottime suore nelle loro peregrinazioni alla ricerca della pubblica generosità.
Ecco l’elenco degli Oblatori: N.N. dona l’asinello – N.N. offre i finimenti. Per l’acquisto del Carretto: Arciprete Giuseppe Poggio 100 – Ferraris Giovanni 100 – Alineri Luigi 100 – Re Carlo 100. La Direzione del Ricovero vivamente commossa ringrazia di cuore tutti gli Oblatori e li assicura che, non potendo fare altro, invocherà sopra di essi le migliori benedizioni celesti”.
Suor Maria Tamburrano, PSDP
Lo scultore Andreas Moroder