MADRE TERESA MICHEL
Terziaria Francescana
Dal 1891, anno della morte del marito, Giovanni Battista Michel, ufficiale dei Bersaglieri, Teresa Grillo, la futura fondatrice della “Piccola Opera della Divina Provvidenza”, oggi diffusa in Italia, nell’America del Sud, in India e in Africa, iniziò un nuovo Cammino, volto alle più alte vette della carità. Superò momenti di grande angoscia (Teresa Grillo Michel, Itinerari Spirituali – Itinerarios Espirituáis, s. d. p. 5). Il massimo conforto e i più forti stimoli ad una nuova vita le furono offerti dai PP. Cappuccini, che già allora officiavano la Chiesa del Sacro Cuore di via U. Rattazzi, in Alessandria. “Alla prima tappa della sua ascensione spirituale, ma già alla ricerca e alla conquista di una religiosità vissuta in profondità – aspirazione ad una conversione definitiva a Dio – Teresa Grillo era stata sostenuta e guidata dai Frati Cappuccini del convento Sacro Cuore”. (Teresa Grillo Michel, cit., p. 6). Merita quindi di essere esaminato il “francescanesimo” di Madre Teresa Grillo Michel. Certo, sarebbe necessario svolgere un’indagine approfondita compulsando e valutando documenti diretti e indiretti, ma ritengo già sufficientemente probante la testimonianza resa da Gilda Roncati Guazzotti, nata ad Alessandria il 15.10.1884, maestra elementare, che aveva frequentato alla fine dell’ultimo decennio l’Istituto Magistrale “D. Roero di Saluzzo”, e successivamente terziaria francescana e Ministra. Tale testimonianza, “presente nel processo informativo di Beatificazione e Canonizzazione della Serva di Dio”, è “assolutamente imparziale, oggettiva, ispirata solo ai fini della Gloria di Dio” (così si legge negli Atti del processo medesimo). La Signora Roncati Guazzotti dichiara di avere “conosciuto la Serva di Dio ai primordi della fondazione del suo Istituto” e di averla “seguita spiritualmente per tutta la sua vita di carità senza però avere rapporti molto confidenziali” (p. 1). “Il rapporto più dolce che ebbi con la Madre – aggiunge la teste – fu la fratellanza francescana”. La futura Madre Michel si era iscritta al Terz’Ordine Francescano il 14 gennaio 1893 (un anno e mezzo dopo la scomparsa del marito) ed emise la Professione il 23 gennaio 1894. Un particolare interessante: “Quando si iniziò un registro delle iscrizioni, essendo il vecchio esaurito, il R. P. Luigi di Cortiglione volle che si ricominciasse il nuovo registro con il nome della Rev. Madre Michel, pensando alla gloria del Terz’Ordine di avere un terziario che “sarebbe stato santo”: questo il suo giudizio”. Gli anni 1893-94 sono stati, dunque, decisivi per la formazione spirituale di Teresa Grillo Michel: l’iscrizione al Terz’Ordine Francescano coincide con la nascita dell’Opera del “Piccolo Ricovero” in via Faà di Bruno (autunno 1893): “vecchie casupole nel cuore della città” furono “faticosamente acquistate e riattate” (Teresa Grillo Michel, op. cito p. 7). La “terziaria francescana” Madre Teresa Grillo Michel ebbe in comune col Santo di Assisi l’amore e la pratica della povertà assoluta. Dai colloqui coi Frati Cappuccini del convento “Sacro Cuore” e dalle riunioni della Fraternità alessandrina aveva appreso le mistiche nozze di Francesco con colei che“privata del primo marito (= Cristo),
mille e cent’anni e più dispetta e scura
fino a costui si stette senza invito;
… né valse essere costante, né feroce –
sì che, dove Maria rimase giuso,
Ella con Cristo pianse in su la Croce” (Dante) Pa.r. XI 64- 72).
Aveva compreso che la “concordia” di Francesco e Povertà era stata “cagion di pensier santi” (Dante, ibid. 76-78) e aveva fatto nascere “quella famiglia – che già legava l’umile capestro” (ibid. 86-87). Nelle povere case “faticosamente acquistate e riattate” ]a Madre ospitò creature sofferenti, emarginate, prive non solo di denaro, ma della capacità di porre rimedio alla loro indigenza, ai loro mali, alla loro solitudine. Come Francesco, la Serva di Dio alessandrina praticò la virtù dell’umiltà. Scrive ancora la Sig.a Gilda Roncati Guazzotti: “Il detto Rev. Padre (=Luigi da Cortiglione) mi raccontava che la Madre rimasta vedova, veniva anzi tempo alla Chiesa dei Cappuccini essendo ancora la porta chiusa. La trovavano all’apertura, dopo il suono dell’Ave Maria, inginocchiata sulla nuda terra, in preghiera, ed entrata in Chiesa si inginocchiava in terra” (p. 2). L’inginocchiarsi sulla nuda terra richiama ancora alla memoria il Santo Assisiate, 1’ “aima preclara” che “tornando al suo regno – … al suo corpo non volle atra bara” (Dante, par. XI 115-117; cf. G. Carducci, Rime nuove, Santa Maria degli Angeli, vv. 1-4:“Frate Francesco,
quanto d’aere abbraccia
questa cupola bella del Vignola
dove incrociando a l’agonia le braccia
nudo giacesti su la terra sola!”
Questo atto non può non ricordare quello di Francesco: “fra tutti gli orrori della miseria, Francesco sentiva ripugnanza istintiva per i lebbrosi. Ma ecco, un giorno, ne incontrò uno, mentre era a cavallo nei pressi di Assisi. Ne provò grande ribrezzo e fastidio; ma per non venir meno alla fedeltà promessa, come trasgredendo un ordine ricevuto, balzò da cavallo e corse a baciarlo …” (2 Cel. 9,592; in AA.VV., Dizionario francescano, s. v. Lebbroso”, Padova 1983, col. 839). La povertà, l’umiltà, l’amore per il prossimo trovano il loro sostegno nella preghiera e Madre Michel, come Francesco, non si stancava di pregare: “pregava lunghe ore, finché i Padri, presi dalla pietà, amorevolmente, la invitavano, ad ora tarda del mattino a rincasare” (p. 2). Appressandosi il Centenario della Professione Francescana della Serva di Dio, viene spontaneo riflettere sull’attualità del Messaggio della Francescana Teresa Grillo Michel. Poco prima di accingermi a vergare queste poche pagine, ho letto una relazione sull’incontro di più di 500 volontari del Sermig con G. Vattimo, il filosofo del pensiero debole (“La Stampa”, 8 dico 1993, p. 35). In un’epoca di crisi di ideologie, tra assistenzialismo esasperante e ricerca di efficienza, il docente dell’Università di Torino, dopo aver Saggiamente affermato di non essere un “tuttologo”, rivaluta, affrontando il tema propostogli scientificamente, la funzione del volontariato. E chi più della nostra concittadina terziaria francescana ci potrebbe fornire un più alto e cristiano esempio di volontariato?Giovanni Castelli