Il peso di quei 30 denari stabiliti per tradire Gesù

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Nell’Omelia del Giovedì Santo dell’anno1957 don Mazzolari citò questo episodio della vita del giovane Papini: “Un giorno, insieme a un mio amico, senza fede anche lui, stavamo per la strada di campagna che da Settigliano va a Firenze. A un certo momento ci viene incontro un povero, gramo, malfermo, che ci tende la mano. Il mio amico mi previene – dice Papini – tira fuori di tasca una lira di allora (una lira d’argento che qualcuno di voi ricorderà) e gli dice: “Però, a una condizione: almeno tre bestemmie mi devi far sentire”.

Il povero vecchio che aveva la fame nel volto, e che guardava a quella lira come a un aiuto insperato, un pochino alla volta, un pochino alla volta, non ebbe più la forza di sostenerla; e quella mano, il cui bisogno era così evidente da far male al cuore, lasciò andare la moneta. Bestemmiare in nome della carità! Ricevere a questa condizione? Meglio la povertà! Meglio la fame! Papini aveva guardato la scena. Si era sentito ribollire dentro tutta quella prepotenza di rivolta, di cui il suo cuore era capace, ma non ebbe il coraggio di dire una parola né all’amico e neanche a quel povero uomo il quale si era allontanato ancor più triste e ancor più desolato di quando aveva avvicinato quei due”.

La povertà aveva avuto il sopravvento sulla fame e sulla miseria; anzi vi era in quel gesto del povero la capacità di perdonare senza dire una parola; abbassò gli occhi certamente per non incontrare lo sguardo di colui che lo aveva umiliato e tradito, poiché povero, certamente, ma capace di perdonare. La mano non riuscì a trattenere quei denari… forse percepì il peso di quei 30 denari stabiliti per tradire Gesù.

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