Madre Michel e altri Santi

Madre Teresa Michel e i suoi Amici

modelli di santità nella storia della Chiesa

Il segreto di questi uomini e di queste donne sta nella loro grande fede. La Chiesa ne esalta le virtù per dire a tutti che la chiamata ad essere santi è dono e impegno di ogni cristiano. Nei santi si manifesta con evidenza la forza dello Spirito Santo che ha reso donne e uomini di ogni tempo testimoni di risurrezione, portatori di speranza e di carità. La loro vita offre esempi concreti di come il cristiano possa vivere la Pasqua di Cristo nelle diverse situazioni. Il loro esempio ci fa capire che lo Spirito suggerisce ad ogni cristiano modi concreti, adatti ai tempi, per seguire Gesù come discepoli. Chi accoglie gli inviti dello Spirito, scopre occasioni continue per impegnarsi nella carità. (Cfr CCC 752)

 

LE PRIME AMICHE

Teresa De Blasi Fardella

Serva di Dio


Irma Gorresio Gabet

Benemerita della carità
e della Croce Rossa

«Frequentando il Santuario del Sacro Cuore  dei PP. Cappuccini ad Alessandria, Tersa Michel aveva stretto amicizia con signore che conosceva già come mogli di ufficiali, due anime di grande pietà e carità: Irma Gorresio di Mondovì, molto benemerita nel campo della carità e della Croce Rossa, e Teresa De Blasi di Trapani che, restando nel mondo, fondò una Congregazione di Suore. L’assiduità alle funzioni le faceva chiamare dai fedeli “le tre Marie ”. I vincoli della loro amicizia non ebbero mai un rallentamento, perché troppo bene si accordavano nell’amare il Signore. Qualche volta non si accorgevano neppure delle ore che passavano veloci, e Padre Ruggero, il guardiano di quei tempi, usciva dal coro per invitarle ad andarsene. – Basta adesso; andata a casa, che i vostri mariti aspettano il pranzo -. Donna Teresa non aveva quella preoccupazione. Se la minestra di Alfonso (il cuoco), per il troppo aspettare, diventava una poltiglia, era però gustata ancora di più».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

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IL PRIMO DIRETTORE SPIRITUALE DELL’OPERA

San Luigi Orione e Venerabile Don Carlo Sterpi

Figli della Divina Provvidenza
Piccole Missionarie della Carità
Eremiti della Divina Provvidenza

Suore Sacramentine

«Nello stesso anno 1893 in cui la Madre Michel iniziava la sua opera di carità in Alessandria, un giovane chierico apriva a San Bernardino di Tortona le porte di una povera casetta a un gruppo di fanciulli desiderosi di divenire sacerdoti: era don Luigi Orione, altra grande anima indirizzata dalla Divina Provvidenza a un’opera di carità internazionale. Da allora i due ispirati fondatori aprirono il loro cuore alla più ardente brama di bontà e di fraterna misericordia.
“ Don Orione – scriveva il bollettino “ La piccola Opera della Divina Provvidenza ” – ha sostenuto, confortato, aiutato Madre Michel nei momenti più difficili, ne ha guidato il tribolato ma sicuro cammino, ne ha illuminato con la virtù le finalità e indicato i mezzi. Anime sante indirizzate dalla Divina Provvidenza in opere diverse per proporzioni, ma affinate nell’evangelico desiderio di gettare a larghe mani sulla terra e più nel cuore dei fratelli il balsamo della cristiana assistenza e consolazione, don Orione e madre Michel non si sono smarriti davanti alle tribolazioni e alle croci, e nello spirito di Dio hanno trovato la rinnovata lena di continuare, di moltiplicare il bene ”. Si sono aiutati a vicenda. L’arciprete Giovanni Grossi di Rocchetta Ligure ricorda in “Sotto la ripa ” che un giorno ai suoi sacerdoti presenti agli esercizi spirituali nel noviziato di Bra, don Orione dichiarava che, trovandosi in grandi necessità, aveva avuto aiuto e conforto da Madre Michel, per cui a lei, dopo Dio, doveva molta riconoscenza. Forse allude a una di queste circostanze il biglietto autografo in data 2 giugno 1933: “ Buona Madre Michel, (1° venerdì, viva il Sacro Cuore!) il Signore la ricompensi in terra e in Paradiso. La ringrazio tanto, tanto di tutto. Don Orione ”.
Molte furono le premure del sacerdote tortonese per la Congregazione michelina in America. In una sua lettera troviamo descritto un sogno ch’egli aveva fatto quando visitava le filiali: egli aveva sognato la Madonna Immacolata circondata da tante candele accese di vivissima fiamma; solo una era spenta e la Madonna la respingeva: rappresentava la filiale allora dissidente. La pubblicazione orionina suddetta fa questa giusta osservazione: “La grande rassomiglianza degli ideali e degli scopi sembrò che potesse facilitare la fusione dei due istituti. Il grande fondatore tortonese aveva ormai bisogno, nel crescere e nel variare delle sue imprese evangeliche, di un aiuto valido quale solo poteva derivargli dal sacrificio e dalla angelica bontà di anime ardenti: Madre Michel gli avrebbe offerto l’opera sua e delle sue suore. La Divina Provvidenza invece ha disposto diversamente. Il campo della bontà ha molte mansioni né si esaurisce col moltiplicarsi degli operai. Per tutti la messe è abbondante ”.
Se ci è permesso scrutare nei disegni della Divina Provvidenza, potremmo credere che la mancata fusione con le opere di don Orione (come la mancata fusione con quelle del santo Cottolengo) sia stata permessa da Dio per provare la Sua fiducia nelle anime belle. Se qualcuno tentasse di ravvisare nelle meravigliose opere di Torino e di Tortona anche un po’ della forza, dell’autorità, del ragionamento, dell’industria degli uomini santi che le iniziarono, conoscendo la medesima opera iniziata da una donna in Alessandria noterebbe la mancanza, direi assoluta, di tutte quelle previdenze proprie degli uomini e una esuberanza di sentimenti propri delle donne; ché la fondatrice, come le sue figlie, negate ad ogni affare secolare, si reggono solo sul buon senso innato. L’opera va avanti più col cuore che col cervello: in verità l’opera della Michel come quelle del S. Cottolengo e di don Orione si sviluppano… perché è la Divina Provvidenza che così vuole.
Quando don Orione morì nel marzo 1940 a San Remo, nel trasporto della salma verso Milano, i suoi figli vollero, con un pensiero più che affettuoso, che l’Estinto sostasse dinanzi al Piccolo Ricovero di Alessandria. La Madre Michel, con le sue figlie, scese sulla via a salutare il suo santo
 “ amico ” e a pregare per lui. Pareva rinnovarsi a distanza di secoli l’ultimo incontro di santa Chiara e delle clarisse con san Francesco. Quando i1 4 ottobre 1226 il solenne corteo funebre che portava dalla Porziuncola a San Giorgio le spoglie del “ glorioso confessore santo Francesco ” sostò alla piccola chiesa di san Damiano, la fondatrice delle francescane uscì dalla clausura con le sue figlie per baciarne le stigmate e recitare una preghiera di suffragio. Poi per ventisette anni ancora sopravvisse dimostrandosi fedele erede del pensiero di lui».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

INCONTRO FRA SANTI A TORINO

Le filiali aperte nel torinese e quelle nella stessa Torino, alla Gran Madre di Dio e in Corso Principe Oddone, diedero modo alla Madre di vivere nella capitale subalpina e, pur in mezzo a tante preoccupazioni, di riposarsi. Sappiamo infatti che a Torino, lontana da parenti e da amiche che troppo s’interessavano alle sue cose, essa riprendeva tutta la libertà di pregare giorno e notte e di visitare i poveri. A Torino poi incontrò tante persone di fede provata, che il suo cuore ne ebbe conforto per tutta la vita. Passava ore in adorazione in S. Maria di Piazza presso i Padri Sacramentini, o al Santuario della Consolata, mentre dal Padre Allamano, rettore del Santuario torinese, cercava lumi per la sua opera.

 

Il beato Giuseppe Allamano

Istituto dei Missionari e delle Missionarie della Consolata

«Nipote del Santo Cafasso, era il più indicato a consigliarla in quanto si era trovato e si dibatteva, con una fede adamantina, in difficoltà del genere di quelle nelle quali si dibatteva la nostra fondatrice. Quando, nel 1881, l’Arcivescovo gli aveva affidato il Santuario, questi era così deteriorato che i torinesi lo dicevano “ a travà”. Non c’erano fondi neppure per incominciare i restauri. Il nuovo rettore spese tutto il suo patrimonio. Verso il 1899 si accingeva all’opera colossale dell’ampliamento e dell’abbellimento interno. – Ma lei vuole un miracolo -, gli disse l’architetto Ceppi. – Si vedrà il miracolo -, rispose semplicemente l’uomo di Dio. E si spese oltre un milione. In un solo mese si raccolsero 759 brillanti preziosissimi per le corone della Vergine e del Bambino.
Questa santa audacia interessava la Madre anche perché il canonico, superiore di due monasteri, delle suore di S. Giuseppe e di quelle della Visitazione, dopo molti tentennamenti, stava varando l’Istituto dei missionari e delle missionarie della Consolata, tra critiche di non pochi che lo tacciavano d’imprudente e di temerario. Si verificò anche per l’Allamano il caso (che per la nostra fondatrice si verificò in parte) di essere abbandonato dai suoi religiosi, tanto da dover chiudere la Casa Madre, e portarne le chiavi alla Consolata, pregandoLa di pensarci Lei. La Madonna gli diede poi modo di riaprirla e la fondazione si irrobustì sempre più».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

Il francescano Luigi Musso (1850-1922)

fra Leopoldo Maria

Servo di Dio

«Un’altra anima bella incontrata da Madre Michel che stava per vestire le ruvide vesti al convento di S. Antonio, dopo cinquant’anni di preghiera e di lavoro; ora è meglio conosciuto col nome di fra Leopoldo, l’instancabile propagatore della devozione a Gesù Crocifisso, di cui si era innamorato a quattro anni, quando la sua mamma gli aveva dato da sfogliare un libro che portava le immagini della “Via Crucis ”. Benché privo di cultura (era il cuoco del convento) spinto unicamente dall’amore per il bene delle anime, dava consigli preziosi ed incoraggiava opere che ebbero un’efficacia grandissima, quale l’Unione Catechisti del SS. Crocifisso, l’Istituto Arti e Mestieri e la Casa di Carità dei Fratelli delle Scuole Cristiane».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

Giuseppina e Teresa Comoglio

Terziarie francescane – Serve di Dio

«V’era poi tra i santi (l’appellativo di S. Paolo torna proprio a proposito) di quel tempo a Torino, un’altra anima che si accordava benissimo con quella di Teresa Michel. In una stanza presso la parrocchia di S. Donato, giaceva Giuseppina Comoglio che con la sorella Teresa, già morta, aveva avuto parecchie visioni del Cristo, della Madonna e di S. Francesco. Ambedue erano apostole dell’Eucarestia, e nel 1869 avevano gettato il primo seme di quell’adorazione quotidiana, perpetua, che nella semplicità dei mezzi giunge al grandissimo fine di restaurare la Società in Cristo. Giuseppina da otto anni era ammalata di una malattia che i medici non sapevano spiegare. I suoi dolori naturali in parte avevano origine soprannaturale. Che sia stata onorata dalle stigmate, lo constatarono i dottori nell’esame del cadavere. Parlava poco, ma con Madre Michel i colloqui si facevano sempre più animati per la passione che esaltava entrambe nell’Opera Eucaristica e Catechistica e nel completo abbandono in Dio. Pregavano con semplicità, come bambine. Già nel 1892 tre medici chiamati a consulto avevano dichiarato che la morte di Giuseppina sarebbe stata imminente. Questa invece assicurò che il Signore la lasciava libera di sopravvivere ancora qualche anno per consolidare l’Opera dell’Adorazione, e annunciò invece una vita breve al medico curante, il dottor Bonelli, molto religioso e stimato anche dalla nostra Madre, il quale pur essendo allora di sana costituzione, morì a 33 anni. Giuseppina visse altri sette anni tra tormenti indicibili, tanto che la Madre ed altre persone che la visitavano piangevano di compassione. Fece una morte santa. I resti mortali delle due sorelle sono in speciali loculi al lato sinistro della chiesa di S. Tommaso. Per l’organizzazione dell’Adorazione quotidiana a Gesù Sacramentato era stato validissimo collaboratore della Comoglio il ferroviere Paolo Pio Perazzo che conobbe, aiutò, e fece aiutare anche finanziariamente la nostra Madre».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

Il ferroviere Paolo Pio Perazzo

Terziario Francescano – Venerabile

«Nella vita di questo zelante capo ufficio scritta da Padre Mariano Manni, O.F.M. (presso la Parrocchia di S.  Tommaso in Torino), si legge questa pagina: “Una sera mentre il Consiglio Centrale dell’Adorazione Quotidiana stava riunito in casa Perazzo, intervenne Madre Michel che teneva un orfanotrofio in Alessandria e desolatissima riferì che non aveva proprio nulla per mantenere i bambini ricoverati. I convenuti erano cinque, ai quali il Perazzo propose di quotarsi ciascuno per lire mille, e firmarono una cambiale. Il giorno dopo il Perazzo riscosse la cambiale, e tutto lieto consegnò il denaro alla Michel”.
Era passato molto tempo, quando una sera gli stessi membri, adunati nel medesimo luogo, discutevano su come trovare il denaro per le necessità dell’istituzione. Mentre egli raccomandava la piena fiducia nella Divina Provvidenza, gli fu consegnata una lettera della Michel contenente le cinquemila lire. Stupore di tutti. In quella stessa occasione decisero di devolvere tale somma all’adorazione quotidiana. Il Perazzo ripeteva: ‘ Vedete come la Divina Provvidenza ci aiuta? Non abbiamo timore. Lavoriamo per un Padrone infinitamente ricco e generoso ‘ “.
Un giorno in cui, leggendo la vita del Perazzo, capitarono sotto gli occhi della Madre le parole suddette, essa rise di cuore, e pensando alla compagnia “ Stringhini ”, commentò: “Oh sì, dev’essere stato proprio un miracolo di prima classe, quello di aver trovato i soldi da restituire… “. Paolo Pio Perazzo interessava la Madre per l’attività dinamica in tanti campi di apostolato: nell’Azione Cattolica giovanile, nella S. Vincenzo, nell’Opera della Buona Stampa e dei pellegrinaggi, nell’Unione operaia e nel terziariato francescano, nella lega contro la bestemmia, ecc. Per questa attività era detto dai colleghi il “ papalino ”, e non fece la carriera che meritava. La sua opera ed i suoi libri, (la “ Democrazia Cristiana ” ebbe sette edizioni), gli diedero fama, anche oltre le Alpi, tanto che i ferrovieri belgi chiesero al Papa che fosse introdotta la causa di beatificazione di questo loro compagno».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

La principessa Clotilde di Savoia

Serva di Dio

«A Moncalieri Teresa Michel ebbe infine occasione di visitare parecchie volte quella che è detta da tutti la “ Santa ”, la principessa Clotilde di Savoia. Un altro cuore che conosceva le tempeste. Era rimasta vedova l’anno stesso nel quale fu vedova la signora Madre, e, ottenuta la grazia per la quale aveva tutto sopportato (la riconciliazione di Gerolamo Napoleone con Dio), era ritornata al castello di Moncalieri per una vita di preghiere e di carità. Di tutto il grande Castello si era riservato solo un piccolo appartamento; nella camera un letto di ferro, una scansia, un tavolino; il vestito sempre nero di lana senza ornamenti; la levata alle quattro e trenta in ogni stagione; il riposo alle dieci, la giornata di preghiere inframmezzata di opere buone. Riceveva almeno tremila lettere di suppliche all’anno, le esaminava diligentemente, ed elargiva non poche migliaia di lire in risposta. Spesse volte usciva dal castello con le mezze maniche bianche e il grembiale. Andava ad assistere un povero ammalato, a riordinarne la camera, a lavarne le stoviglie; quando se ne presentava l’occasione, vestiva il cadavere e lo componeva nella bara. Bastano questi accenni per immaginare quali potessero essere i colloqui delle due signore fattesi povere per i poveri».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

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“TUTTE LE CONGREGAZIONI SONO SORELLE”

«Quando – e molto frequentemente – capitavano alla Casa Madre suore di altre Congregazioni in questua in città o nei dintorni, la Fondatrice le ospitava con tutta cordialità e dava loro indicazioni e consigli. – Se vanno quelle, signora Madre, non possiamo più andare noi in questua, – lamentavano le piccole suore… –. – La Provvidenza c’è per tutte, rispondeva la Madre, – e quasi per combattere ogni gelosia si intratteneva a lungo a discorrere dei loro poveri con le ospitate, che per lei erano sempre “carine”. Questo apprezzamento e questa sollecitudine che aveva per le Congregazioni sorelle sono anche una caratteristica della sua carità; come era caratteristica la delicatezza di non usurpare, anche per fini buoni, il nome altrui o di aprire filiali ove già funzionassero Congregazioni di beneficenza. Non voleva, per esempio, che le sue case si intitolassero al santo Cottolengo, perché non apparissero succursali della grande fondazione di Torino».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

Terz’Ordine Francescano

«La prima Congregazione a cui Teresa Michel si iscrisse fu il terz’Ordine francescano. Il 14 gennaio 1893 era ammessa alla vestizione dell’abito e del cordiglio. Non vi fu forse mai una novizia più entusiasta: in quel periodo maturò il compimento di quei disegni che il Signore le ispirava, vide aperte le vie che doveva percorrere e non esitò un istante a intraprenderle. Il 23 gennaio 1894 compiva la professione di terziaria. “Di lei – scriveva ‘Aurora Francescana ‘  come di San Francesco si può ripetere che ogni atto, ogni pensiero, ogni speranza, avevano per radice e per fine l’Amore divino, in quella forma di 218 fiducioso abbandono e di ardente desiderio che è proprio dell’anima serafica. Il programma di vita doveva essere quello stesso del Maestro Divino di cui il padre serafico era il fedele specchio: pregare, soffrire, agire ”. Gli ordini francescani ebbero dunque una fondamentale influenza su di lei; il suo francescanesimo ebbe influenza su altre Congregazioni».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

Don Michele Gerosa e Beato Francesco Pianzola

Oblati dell’Immacolata
Suore Missionarie dell’Immacolata Regina della Pace

 

 

 Il parroco di S. Giorgio Lomellina, prevosto Don Michele Gerosa, alla domanda come conobbe la Madre risponde: “ Nell’agosto 1903 un piccolo gruppo di pie giovani di Ottobiano che si erano recate per esercizi spirituali a Nizza Monferrato, sostando nel ritorno in Alessandria, ebbero il privilegio di visitare la veneranda fondatrice, che le trattenne per più di un’ora con tanta affabilità e bontà, che più non si sarebbero allontanate. Quando tornarono al paese, non facevano che magnificare quell’incontro come la più bella e pratica chiusura dei loro esercizi ”. Il sacerdote, allora ancora chierico, non poté resistere dal prendere il treno e recarsi anch’egli al Piccolo Ricovero per attingere entusiasmo a rientrare in seminario.
Questo sacerdote scriveva poi che stando per congedarsi dalla Madre, lei, come leggendo nell’intimo dello spirito, gli disse, con tono non privo di una certa solennità:
 “ Lei un giorno con un altro sacerdote, farà un gran bene alla diocesi di Vigevano ”. Il Gerosa dichiarò che quelle parole dette con tanta sicurezza gli lasciarono una impressione indelebile ed egli ritiene che in quel momento la Madre vedesse la Congregazione degli oblati dell’Immacolata che il Gerosa e il padre Pianzola fondarono poi in Lomellina.
Il padre Francesco Pianzola, fondatore anche delle suore missionarie dell’Immacolata regina della pace, scrivendo a sua volta della propria vocazione per l’educazione della gioventù, narra che essa venne nobilitata dalla frequenza che nel 1901 ebbe con la casa del prevosto Moretta di Sartirana e aggiunge:
 “ Fu in quell’anno che conobbi il canonico Giuseppe Laguzzi, missionario apostolico di Alessandria, esimio educatore, la celebre Madame Michel suor Teresa, fondatrice delle suore della Divina Provvidenza, e da ultimo don Orione fondatore degli eremiti del lavoro, a cui servii Messa nell’oratorio di Lourdes ”. Le Missionarie dell’Immacolata impararono ad amare la Madre per le parole di ammirazione che il P. Pianzola aveva sempre per lei, additandola come esempio da seguire. L’ultimo incontro dei due fondatori avvenne al congresso Eucaristico di Valenza (1935).

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

Giovanna Mazzoni di Casale

Istituto di N. S. di Lourdes

«Un’altra fondatrice che la conobbe prima della vestizione e venne poi spesso a trovarla è la signorina Giovanna Mazzoni di Casale. La ospitò anche nel suo Istituto di N. S. di Lourdes e ricorda come la Madre si sottraesse sempre ad ogni cenno di accoglienza festosa. “L’ultima volta che la vidi in Alessandria – scrive – mi venne spontaneo osservare che quando non vi fosse più stata lei al Piccolo Ricovero, più nessuno mi avrebbe conosciuta e più nessuno mi avrebbe accolta… Ella allora, con un cenno materno, chiamò le suore e mettendomi in mezzo, accanto a lei, esclamò : ‘Vede quante la conoscono? Tutte le vogliono bene come io gliene voglio! ‘».

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

Venerabile Madre Carolina Beltrami

Suore Immacolatine di Alessandria

Un’altra Congregazione dell’Immacolata fu ospitata per vari anni nel piccolo Ricovero: la Congregazione alessandrina fondata da madre Carolina Beltrami. Le suore immacolatine scrissero sul loro giornaletto “Eco del Santuario ” che “…profondamente dolorosa era per loro la scomparsa della Madre, ricordando le relazioni più che amichevoli ch’ella aveva con la loro compianta fondatrice, tanto da condividere tra loro le pene e le difficoltà che incontravano nelle fondazioni ”.
La Madre Beltrami è un’altra donna forte che per la causa di Dio immolò se stessa. Di famiglia tradizionalmente cristiana, ancora giovane andava considerando come la classe operaia femminile disertasse sempre più la chiesa e, non sufficientemente istruita, cadesse preda di idee sovversive. Bisognava pur fare qualcosa per salvare tanta gioventù. Chiese alla signora Madre di ospitarla per qualche giorno al Piccolo Ricovero per esercizi spirituali. Il 21 novembre 1897 si ritirava in preghiera e meditazione, domandando dall’Alto, lumi su una Congregazione di donne che volessero dedicarsi in modo speciale alle lavoratrici in un’opera di adorazione, riparazione ed espiazione. Queste donne di buona volontà avrebbero potuto restare ancora in famiglia, essere possibilmente operaie o impiegate loro stesse per vivere nel mondo operaio, ma si consacravano in modo speciale al Signore.
Il programma subì in seguito modificazioni, ma allora con vivo entusiasmo iniziarono la loro missione le “ immacolatine ” attorno alla Madre Beltrami, che si riunivano in un laboratorio nella casa della fondatrice; e la Madre Michel, non meno entusiasta, procurò mobili, lavori e operaie a quel primo focolare. Un anno dopo, il 14 settembre 1898, la Madre concedeva locali al laboratorio nella casa d’angolo tra via Faà di Bruno e via Moncalvo e dava anche cibo alla comunità che il 2 ottobre era iniziata. Le operaie frequentavano i locali in gran numero per istruirsi e per imparare un’attività di cucito. Qualche anno più tardi le immacolatine traslocarono in altra sede, pure adiacente al Piccolo Ricovero, e infine fecero costruire il Santuario di Lourdes e la loro casa madre in via Tortona. Ma la loro fondatrice che con lo sviluppo della Congregazione (ora diffusa in Piemonte, in Toscana, Lombardia e Veneto) era andata pure incontro a dolori e difficoltà senza fine, ebbe sempre nella Madre Michel la confidente premurosa, che la assistette anche sul letto di morte (1932).

(Cfr. Carlo Torriani, La Beata Madre Teresa Michel, Fondatrice delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, V edizione 2007)

 

Madre Clelia Merloni

Fondatrice delle Apostole del Sacro Cuore

Clelia Merloni nacque a Forlì, il 10 marzo 1861, da Gioacchino e Teresa Brandinelli. Invitata dal Maestro Divino a seguirLo nella via della perfezione religiosa, rispose generosamente alla sua chiamata, rinunciando al mondo e fondando a Viareggio, il 30 maggio 1894, un Istituto, per il quale profuse, oltre al ricco patrimonio, le preziose energie della sua grande anima. Per lo sviluppo e l’affermazione della sua Opera dovette sostenere durissime prove, profonde umiliazioni e dolori inenarrabili. Nel 1916 lascia l’Istituto, la sua creatura, vi rientra nel 1928 senza aver alcun peso all’interno dell’opera da lei fondata: il modo in cui finisce la propria vita dà la chiave di lettura di tutta la sua esistenza. Si spense a Roma, nella Casa Generalizia, il 21 novembre 1930. La sua venerata salma riposa nella Cappella della Casa Generalizia. L’editto di introduzione della Causa di Canonizzazione di Madre Clelia Merloni è stato emanato da S.E. Rev.ma Card. Ugo Poletti, Vicario della Diocesi di Roma, in data 20 maggio 1989.

Madre Teresa Michel la conobbe e sicuramente la sostenne, specie negli anni della “prova”. Dalle poche citazioni nelle lettere della Madre, si evincono appena alcuni tratti di questa amicizia e della collaborazione tra le Suore della Divina Provvidenza e le Zelatrici del Sacro Cuore, come si chiamava l’ordine della Merloni agli inizi. Vengono citate missioni comuni verso il Brasile, ed entrambi gli istituti accoglievano sovente le Suore dell’altro ordine, talvolta collaborando in alcune opere. Madre Merloni si confida con Madre Michel nel momento di abbandonare l’Istituto, e in seguito si incontrano più volte a Roma.

Attraverso la collaborazione dei rispettivi Istituti speriamo tuttavia di poter recuperare dati più espliciti di questo legame, sfogliando, tra l’altro, i numerosi scritti di suor Cristina Pellizzari, già suora nella Congregazione di Clelia Merloni e poi tra le Piccole Suore della Divina Provvidenza. Persona perspicace e di ottima cultura, Suor Cristina aveva compreso l’intrico umano di coloro che causarono tanta sofferenza alla fondatrice Madre Clelia.

 

Venerabile Teresa Valsé Pantellini FMA

Nata nel 1878 da una famiglia proveniente dalla ricca borghesia, riceve un’istruzione letteraria e artistica nell’ambiente familiare e un’educazione raffinata in prestigiosi educandati civili e religiosi. A Roma conosce le opere di don Bosco e le Figlie di Maria Ausiliatrice; ne ammira la povertà e il lavoro educativo per le ragazze del popolo. Diventa religiosa nel 1903 nella Casa Madre di Nizza Monferrato. Si prodiga senza riserve per la gioventù con genuino e autentico spirito salesiano, specialmente per le ragazze del quartiere romano di Trastevere, per lo più povere e piccole lavandaie delle case dei ricchi, per le quali crea un laboratorio redditizio, tanto da venir chiamata l’apostola di Trastevere. La comunità delle suore è tanto povera da dover chiedere l’elemosina. Dà lezioni di musica, realizza rappresentazioni teatrali per le ragazze vivaci quanto bisognose di pazienza, fermezza e dolcezza. Muore di malattia nel 1907 a soli 29 anni.

Secondo la narrazione di alcune suore, Madre Teresa Michel conobbe la Venerabile suor Teresa Valsé Pantellini in Piemonte, molto probabilmente nel Monferrato, dove operavano anche le Piccole Suore della Divina Provvidenza. Non esistono testimonianze scritte; tuttavia si conserva la petizione della Fondatrice al Santo Padre per la causa di beatificazione della Serva di Dio. Dal contenuto si evince che madre Michel ebbe modo di conoscere bene suor Tersa Valsé e quindi di avere avuto diversi contatti con lei. Il processo canonico per cui la madre intercede, si conclude con la proclamazione di Venerabilità il 12 luglio 1982.

Le due “sante”, oltre alla provenienza da famiglie borghesi, hanno in comune l’amore totale per Dio e per i fratelli più poveri: due donne forti, divenute “serve” come Cristo… Quando la povertà si fa sentire tanto da rendere necessaria la richiesta d’aiuto, addirittura di dover chiedere l’elemosina, esse non si sottraggono a questo impegno, che le fa bussare alle porte di quei ricchi che avevano frequentato un tempo.

Qui di seguito riportiamo la lettera della Madre al Santo Padre, conservata nell’Archivio Storico delle PSDP, cat. int. “A32_4A_4”.

«Alessandria, 1° Ottobre 1936

Beatissimo Padre,

l’umile sottoscritta, esaminata la Vita della Serva di Dio Suor Teresa Valsé Pantellini, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la trovò modello perfetto di Religiosa, le cui semplici ed amabili virtù possono essere imitate dalle Suore di qualsiasi Congregazione e spirito.  Umile e dolce, la Serva di Dio profuse olezzo di ardente carità pel suo Dio e per le anime, preferendo tra le fanciulle le più rozze e trascurate e rinnegando sé stessa fino all’eroismo.  Religiosa osservantissima, pur nelle più piccole cose, non si stancò di lavorare e perfezionare sé stessa, dalla sua entrata in Congregazione fino all’ultimo istante di sua vita, procurando sempre di nascondersi e passare inosservata. La sua costante serenità, frutto e premio della sua vita interiore, la rese Apostola di bene fra la gioventù, che seppe   amare  della carità del suo grande Fondatore San Giovanni Bosco.  Per questa sua vita di lavoro e di preghiera, per questo suo studio continuo di perfezionare sé stessa facendo del bene alle anime, per questa sua fedeltà straordinaria alle più piccole regole, parmi che questa piccola Santa, elevata agli onori degli Altari, possa irradiare un gran bene, specie sulle anime consacrate a Dio.  Implorando da Vostra Santità la grazia che Suor Teresa Valsé Pantellini venga presto innalzata alla gloria dei Santi, conquistatasi con le sue non comuni virtù religiose, mi prostro al bacio del Santo piede.

 Umilissima Figlia
 
Madre Teresa Michel
 
d. Piccole Suore d. D.P.»
 
 

 

Venerabile Benigno di S. Teresa del Bambino Gesù (Angelo Calvi)

Religioso

Inzago (MI), 23 luglio 1909 – Trezzo sull’Adda (MI), 25 ottobre 1937

Dopo aver fatto esperienze di lavoro, entrò nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Ordinato sacerdote, fu parroco e vice-maestro dei novizi a Concesa (Milano). Osservò la Regola del suo Ordine e svolse una generosa attività pastorale. Curò in particolare il ministero delle confessioni, l’Azione Cattolica, le vocazioni religiose. Amò la Provincia Lombarda dei Carmelitani Scalzi per la quale offrì la sua vita. Morì santamente di peritonite.

Cugino di una consorella, Suor Emanuela Fumagalli, Madre Michel ebbe modo di conoscerlo più volte ad Alessandria, riferendosi a lui con delle lettere quando la cugina era ancora in Noviziato, soprattutto durante un breve periodo in cui essa si allontanò per motivi di salute. Morì appena due settimane dopo la Professione dell’amata cugina, non potendovi partecipare perché già malato.

 

Le Conferenze femminili di San Vincenzo

Soprattutto in America, ma anche in Italia il movimento caritativo di Ozanam non poteva che stare a cuore alla signora Madre ed era seguito da lei con materna premura. Al Piccolo Ricovero aveva sede il Consiglio particolare e regionale della società femminile e si tenevano frequentemente giornate di ritiro spirituale per le consorelle, tridui per gli assistiti e adunanze generali.

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