La Beatificazione di Madre Michel

Giampaolo Mattei, La Beatificazione di Madre Michel, Tipografia Vaticana, 2000.

IL LIBRO DELLA BEATIFICAZIONE DI MADRE MICHEL

C’è un privilegio che un giornalista inviato al seguito del Santo Padre per le strade del mondo non si stanca mai di vivere, avvertendo un brivido, un’emozione che si ripete puntualmente ogni volta, senza mai il rischio dell’abitudine.  Il privilegio consiste nell’osservare i volti degli uomini e delle donne, di ogni età e di condizione sociale, che cercano lo sguardo di Pietro, che lo salutano lungo le strade, che partecipano alle Celebrazioni. Sono volti, che riflettono speranza.  L’inviato li osserva con la curiosità del cronistama anche con la solidarietà propria dell’uomo che cerca, che non smette mai di cercare una risposta alle domande fondamentali che fanno parte dell’intervista spirituale che ciascuno rivolge e a se stesso.  Anche se non pratica il mestiere di giornalista.
Nell’incontro con il Papa quei volti, ad ogni latitudine, si aprono a indescrivibili sorrisi, danno fiato a canti gioiosi o si bagnano di lacrime che raccontano storie di dolore e dì speranza.  In alcune terre sono anche lacrime di incredulità: popoli sofferenti, che nessuno tiene mai in considerazione, non riescono a trattenere le lacrime, stavolta di sorpresa commozione e non di disperazione, sentendo scivolare la carezza del Papa sulla loro guancia sfigurata.
Nel volti degli uomini e delle donne che vogliono incontrare il Papa, si legge una lezione che scuote, che non lascia indifferenti.  In quei volti c’è una storia.  Quando l’inviato scrive l’articolo per il giornale sa bene che quei volti sono sempre lì accanto a lui, affacciati alla sua memoria, dopo aver conquistato uno spazio con la loro dirompente semplicità.  Con il passare degli anni quei volti continuano a fare capolino nell’album dei ricordi dello spirito, a volte anche a sorpresa.  Sarebbe bello andare a vedere, a distanza di qualche anno, che cosa è cambiato in loro, qual è la loro storia.  Non sono volti anonimi, anche se sono volti che non hanno nome.  Non sono volti anonimi.  Sono volti di uomini e di donne.
Seguendo la tracce di Paolo VI, Giovanni Paolo II è andato a bussare alle porte delle case di questi uomini, ovunque essi vivano.  Ha percorso le loro strade e i loro poveri sentieri.  Ha trovato anche case fatiscenti tanto che sono chiamate favelas, bidonville.  Il Papa è andato a trovare gli uomini nei loro luoghi dì lavoro, di studio, persino dì svago. È andato nelle cattedrali del dolore, nei moderni ospedali e nei lebbrosari.
Nel XX secolo Pietro non solo ha accolto i pellegrini a Roma, secondo l’antica tradizione.  È andato lui stesso a cercarli, ovunque, facendosi a sua volta pellegrino e testimone di pace, di speranza, in nome del Signore Gesù.  Oggi è diventato “normale” vedere il Papa in casa propria, nella propria terra. È  un grande dono.
Raccontare un viaggio del Papa è impresa davvero difficile, se si vuole fare un lavoro serio.  Ci soldo sfumature quasi impossibili da descrivere.  Ci sono gesti, sguardi che nessuno potrà mai riportare.  Ci sono persone che non si potranno mai intervistare, alle quali sarà impossibile dare voce.  La velocità e le esigenze della comunicazione costringono infatti a fermarsi agli eventi più imponenti dei viaggi. Ci sono, ad esempio, Celebrazioni con milioni di persone.  Si incontrano folle sterminate.  Neppure per un attimo però si perde la consapevolezza che la folla sterminata è composta da uomini che hanno un nome e una storia.

Sono queste persone, i cui nomi non finiranno mai in un articolo di giornale o in un servizio televisivo i protagonisti del libro che ho avuto la fortuna di scrivere sulla beatificazione di Madre Teresa Grillo Michel.  Il 24 maggio 1998 ero a Torino come inviato dell’Osservatore Romano.  È di quei volti che intendo ora parlare: Giovanni Paolo II si è recato a Torino per venerare la Sindone e proclamare nuovi beati.
Quel giorno non avrei mai immaginato di scrivere un libro su Madre Michel. È vero, mi aveva affascinato la sua storia di sposa e di fondatrice di una Congregazione religiosa a servizio dei poveri, dei malati, degli orfani.  Ma non pensavo che sarei stato chiamato a rivivere quella grande esperienza spirituale ed ecclesiale respirata a Torino, seguendo il Papa sui passi della santità verso la Sindone.
Ricordo le tantissime persone che parteciparono alla Santa Messa durante la quale il Papa elevò Madre Michel agli onori degli altari. È chiaro, nessun inviato potrà mai intervistare tutte quelle persone.  Può dare voce ad alcune storie, significative e simboliche, che parlano per tutti.  Ma si può star certi che i nomi di quei milioni di uomini  Dio li conosce benissimo.
Nelle pagine del libro su Madre Michel sono raccontante le storie di queste persone.  A parlare infatti sono i loro sguardi, i loro gesti, “fermati” in tantissime splendide fotografie che documentano un evento di Chiesa, un evento di santità.  A parlare sono i gesti e gli sguardi dei Papa. È davvero toccante sfogliare le pagine del volume e incrociare sguardi di uomini e di donne.  Vedere la loro gioia.  E poterla condividere. È difficile, e forse anche presuntuoso, parlare di un libro di cui si è l’autore.  Ho scelto così di raccontare la mia esperienza.  L’ “incontro” con la testimonianza di santità di Madre Michel mi ha profondamente toccato.  Mi ha interpellato nel mio sforzo di essere cristiano, giornalista cristiano.  Ho costatato come il carisma di Madre Michel viva oggi nell’entusiasmo missionario delle sue suore.  Ho avuto modo di conoscere la Superiora Generale, suor Stella, e l’infaticabile suor Maria.  Queste due religiose sono state per me uno splendido incontro, un motivo di speranza, un invito a vivere nella quotidianità la mia fede.  Sono state tenere compagne di viaggio in un’avventura dello spirito.
Concludo parlando più specificatamente del libro.  Innanzitutto c’è la presentazione del Cardinale Angelo Sodano, Segretario dì Stato.  Fanno seguito le testimonianze del Vescovo di  Alessandria, Mons.  Fermando Charrier, e di due Cardinali, profondi conoscitori della Madre: il brasiliano Lucas Moreira Neves e il portoghese José Saraiva Martins.  Questa prima parte si conclude con le parole di suor Nirmala, la religiosa indiana scelta da Madre Teresa di Calcutta come sua erede spirituale alla guida delle Missionarie della Carità.
Comincia poi la lunga sezione riguardante la beatificazione.  Alla cronaca dettagliata di quella indimenticabile giornata si aggiungono straordinarie fotografie che consentono di rivivere i momenti essenziali. È raccontato il cammino di preparazione a quel 24 maggio e, poi, le festose celebrazioni promosse dalla Congregazione ovunque essa è oggi presente: in Italia, in Brasile, in Argentina e in India.
È francamente riduttivo spiegare fin nei particolari i contenuti di questo libro.  Non è una biografia (anche se non mancano le notizie fondamentali sulla vita di Madre Michel). È piuttosto, una “biografia dello spirito” che costituisce un pressante invito a non dimenticare l’insegnamento di Madre Michel e a convertirsi. È un volume che non ha pretese scientifiche, di documentazione completa e esauriente.  Vuole “provocare” in senso cristiano.  Tanto che il modo migliore di leggerlo è… chiuderlo.  Sì, chiuderlo dopo aver assaporato la fresca attualità delle intuizioni coraggiose di Madre Michel. Chiuderlo per potersi dedicare alla missione di vivere quelle intuizioni.  Non è retorica. È l’esperienza di un Giornalista che ha avuto la possibilità dì fare un “incontro”‘ di cui rende grazie al Signore.

Giampaolo Mattei

INTRODUZIONE al LIBRO

Sono lieto di introdurre con una pur breve parola questa pubblicazione dedicata alla beata Teresa Grillo Michel.  Essa nasce come un libro «vivo»: una testimonianza corale, che aiuta a ricordare e a rivivere l’evento della Bea­tificazione, per trarne nuova lena nel cam­mino sulle vie del Signore.Il volume si presenta infatti come una puntuale documentazione di quell’espe­rienza ecclesiale, offrendo a tutti coloro che, da vicino o da lontano, operati­vamente o spiritualmente, vi hanno preso parte, la possibilità di riviverne le varie fasi per assaporarne fino in fondo il ricco messaggio.  Leggere queste pagine equi­vale in un certo senso a prolungare la gioia e la riconoscenza di quel memorabile 24 maggio 1998, a Torino: memorabile per le Piccole Suore della Divina Provvidenza, memorabile per il Piemonte, memorabile per tutta la Chiesa.
Ringrazio il Signore di avere avuto la possibilità di partecipare di persona a quella Celebrazione, nella quale Sua Santità Giovanni Paolo II, dinanzi ad una moltitudine di fedeli, ha elevato agli onori degli altari il sacerdote Giovanni Maria Boccardo, la giovane Teresa Bracco e Ma­dre Teresa Grillo Michel.  Quella domenica mattina, in Piazza Vittorio, ai piedi della Mole, la Divina Provvidenza ci permise di toccare con mano le sue grandi opere: tre figli della terra piemontese, a cui va ag­giunto Don Secondo Pollo, beatificato il giorno prima a Vercelli, tutti dì questo secolo, proclamati insieme Beati.  Due sa­cerdoti, una religiosa e una laica, quasi a manifestare la varietà dei carismi nel­l’unica Santa Chiesa di Dio.
Teresa Grillo, in particolare, riassume nel proprio percorso esistenziale la vo­cazione. coniugale, che la vide sposa esem­plare di Giovanni Battista Michel, e la vocazione alla vita consacrata, che ab­bracciò con slancio appassionato dopo la morte di lui.
Non mancò di ricordarlo il Santo Padre, nella sua omelia: «Rimasta vedova a trentasei anni e non avendo figli, si senti spinta a dedicarsi completamente al ser­vizio degli ultimi.  Divenne cosi madre di tanti abbandonati: orfani, anziani, ma­lati», «Madre dei poveri». Questo appellativo, scelto dalle figlie spirituali per la loro fondatrice, fa pensare ad un’altra Madre Teresa, più vicina a noi, anch’essa madre degli abbandonati.  E viene spon­taneo pensare: quante «madri», nel corso di questi duemila anni, la Chiesa ha donato ai poveri!  Sì, perché, in realtà, è Essa stessa, la Chiesa, ad essere la «Madre dei poveri», sul modello di Maria Santis­sima.
I molteplici carismi di una vita con­sacrata alla carità verso i più bisognosi sono, per così dire, i rivoli che discendono dal grande bacino del cuore della Chiesa, indissolubilmente unito al Cuore di Cristo, sorgente inesauribile di bontà e di amore, fonte sempre zampillante di vita e di santità.
L’esempio, gli insegnamenti, il tesoro di grazia dei Santi: è questa la forza, il patrimonio inestimabile con cui la Chiesa si è incamminata nel Terzo Millennio.  Essa non ha nulla di più prezioso da offrire al mondo della santità dei suoi figli.  La santità è segno di sicura speranza, perché è testimonianza inconfutabile della presen­za del Regno di Dio in mezzo a noi.
Il messaggio di carità della beata Teresa Grillo Michel è parte viva di questo pa­trimonio, ed è messaggio attualissimo.  Possa la presente pubblicazione – per la quale rinnovo il mio apprezzamento ­contribuire a farlo conoscere, ammirare, imitare.

 Angelo Card. Sodano, Segretario di Stato

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