Bassetti: ora è il momento di tornare nella grande famiglia di Dio
Le norme contenute nel Protocollo del 7 maggio
Fra le regole per la celebrazione delle Messe con i fedeli, stabilite dal Protocollo firmato a Palazzo Chigi il 7 maggio scorso, frutto di un’intesa tra la Cei e il governo italiano, c’è il rispetto delle distanze di sicurezza che comporta la necessità di avere un numero limitato di persone nelle chiese. È raccomandata la presenza di volontari nelle parrocchie per l’accoglienza dei fedeli all’ingresso delle chiese e per il rispetto delle norme di sicurezza. Tratta poi l’uso delle mascherine e dei guanti, l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti, le attenzioni da osservare nella distribuzione dell’Eucaristia, la comunicazione da predisporre per i fedeli.
I “vademecum” dei vescovi per le proprie diocesi
È questo Protocollo, che entra in vigore appunto il 18 maggio, il testo di riferimento per tutta la Chiesa italiana, ma ad ogni vescovo è stata riconosciuta la facoltà di redigere un “vademecum”, un piccolo prontuario cioè di comportamento, dove calare le norme generali nella propria realtà locale. L’obiettivo è garantire lo svolgimento delle celebrazioni, ritornare a sentirsi comunità, senza venir meno al diritto alla sicurezza di ciascuno. Presentando il Protocollo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva approfittato per rivolgere un ringraziamento alla Conferenza episcopale italiana “per il sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese”.