Ci trattarono con gentilezza

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Settimana di preghiera

per l’unità dei Cristiani

OTTAVO GIORNO

Generosità: ricevere e dare (Atti 28, 8-10)
“Un giorno il padre di Publio si ammalò di dissenteria ed era a
letto con febbre alta. Paolo andò a visitarlo: pregò, stese le mani su
lui e lo guarì. Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell’isola che
erano ammalati, vennero da Paolo e furono guariti. I maltesi perciò
ci trattarono con grandi onori, e al momento della nostra partenza ci
diedero tutto quello che era necessario per il viaggio”.

Commento
Il racconto narra di persone che donano e ricevono: Paolo ha ricevuto
una inusuale accoglienza dagli isolani e dona guarigione al
padre di Publio e ad altri abitanti. Pur avendo perduto tutto nel naufragio,
le 276 persone ricevono abbondanti rifornimenti mentre si preparano
a salpare nuovamente. Come cristiani siamo chiamati a
mostrare una particolare amabilità. Ma per poter dare dobbiamo
prima imparare a ricevere, da Cristo e dagli altri. Più spesso di quanto
ci accorgiamo, riceviamo gesti di gentilezza da persone che sono diverse
da noi. Questi atti mostrano anche la generosità e la guarigione
di nostro Signore. Noi che siamo stati guariti dal Signore abbiamo la
responsabilità di trasmettere agli altri ciò che abbiamo ricevuto.

Preghiera
O Dio datore di vita,
ti ringraziamo per il dono del tuo amore compassionevole,
che ci conforta e ci rafforza.
Ti preghiamo che le nostre chiese:
possano sempre ricevere i tuoi doni le une dalle altre.
Donaci uno spirito di generosità verso tutti
mentre camminiamo insieme verso l’unità dei cristiani.
Te lo chiediamo nel nome del tuo Figlio
Che regna con te e con lo Spirito Santo. Amen.

 

Il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dal 18 al 25 gennaio, è stato preparato quest’anno dalle Chiese cristiane di Malta e Gozo. Ogni anno il 10 febbraio celebrano la festa del naufragio di San Paolo e, con questo evento, l’evangelizzazione delle isole. Le riflessioni e il motto, “Ci trattarono con gentilezza” (Atti 28, 2) hanno quindi per tema il viaggio dell’Apostolo, prigioniero e incatenato, che dovette affrontare le tempeste in mare. “Prigionieri, marinai e soldati fecero naufragio e arrivarono su un’isola, dove gli abitanti non parlavano la loro lingua, non condividevano la loro cultura o religione, ma vennero accolti calorosamente, con cibo e vestiti asciutti, trattati con gentilezza”.
 

“Questo passaggio nella vita di San Paolo ci ricorda scene che attualmente vediamo nelle notizie: migranti che affrontano tempeste, mentre infuriano i mari e arrivano in paesi con altre culture, altre lingue e altre religioni, ma a differenza degli abitanti di Malta, sono accolti in molte occasioni con indifferenza, discriminazione e rifiuto; vengono rapiti o sfruttati e persino sottoposti alla tratta di esseri umani. È questo l’atteggiamento di un cristiano? È questo ciò che Dio si aspetta da noi?”

I migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta sono diventati un emblema di esclusione perché, oltre a sopportare le difficoltà dovute alle loro condizioni, sono spesso soggetti a giudizi negativi, in quanto ritenuti responsabili di malattie sociali. L’atteggiamento nei loro confronti costituisce un segnale di allarme, che ci avverte del decadimento morale che affrontiamo se continuiamo a dare spazio alla cultura dello scarto.
 

“I materiali offerti per l’ottavario  sono stati preparati per pregare per l’unità dei cristiani, ma un’unità che non escluda nessuno, che non dimentichi nessuno, specialmente i più svantaggiati, i più deboli e, tra questi, i migranti”.

(Cfr Carlos Briseño Arch, Presidente della Commisione Episcopale per il Dialogo Interreligioso e la Comunione della Conferenza Episcopale Messicana)

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Che cos’è la gentilezza? La gentilezza ha due facce. La prima è la buona educazione formale e l’osservanza delle regole sociali. Significa avere buone maniere, seguire il galateo, l’etichetta. La seconda, più importante: significa essere brave persone. Ovvero accoglienti, generosi, altruisti.

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