I Frutti dello Spirito Santo in San Paolo
AMORE
Il primo frutto dello Spirito è l’amore. Ma di quale amore si tratta? San Paolo, che scrive nella lingua greca, non par la dell’amore istintivo (eros), né dell’amore gratificante di amicizia (philia), ma parla dell’agape. “Agape” indica l’Amore di Dio verso l’uomo e l’amor dell’uomo verso Dio e verso i fratelli. «Dio ha tanto amato il mondo da dare i Figlio unigenito» (Gv 3,16). Per questo la Chiesa primitiva dà il nome di “agape” al banchetto eucaristico.
L’amore viene da Dio perché «Dio è Amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1Gv 4,16). La natura di Dio è quella di essere Amore. Dio è Amore ed è sorgente dell’amore. Questo «amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5).
Quindi l’amore è anzitutto un dono, un dono sovrabbondante, ma è un dono impegnativo, un dono che ci spinge a fare della nostra vita un dono.
Gesù ha lasciato questo “comandamento nuovo”, che è il segno distintivo dei suoi discepoli: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
L’amore produce l’unità dei cuori: «La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola» (At 4,32). L’egoismo divide, l’amore unisce. Gesù, al termine della sua vita terrena, elevò al Padre un’accorata preghiera: «perché tutti siano una sola cosa; come Tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi» (Gv 17,21).
Mons. Giuseppe Greco
La Domenica, 14 luglio 2019