DECALOGO PER I POLITICI
7° comandamento
NON RUBARE
Cnsiderato che episodi di corruzione, di concussione, di sperpero continuano a verificarsi, e che siamo ancora lontani dall’aver sopraffatto la “mentalità” illegale nelle relazioni economiche anche fra la gente comune, può servire una sottolineatura forte del dovere da parte degli amministratori pubblici non solo di non appropriarsi del denaro o dei beni che appartengono alla comunità, ma di investire al meglio tali risorse. Anche l’inconcludenza, l’incompetenza e l’inavvertenza possono generare spreco di beni collettivi: dunque, i “politici” sappiano farsi affiancare da esperti, da funzionari capaci, da amici avveduti.
Nella destinazione delle risorse, venga superato ogni principio di favoritismo verso le parti più forti, o gli esponenti del proprio raggruppamento politico, o le categorie dalle quali guadagnare consenso. E sicuramente qui, ancor più che per gli altri “comandamenti”, vale il dovere — da parte dell’elettore — di “non indurre in tentazione” il politico, chiedendo attenzioni particolari, promettendo voti di scambio, insistendo per raccomandazioni, cercando provvedimenti “ad hoc”.
CIÒ CHE È PUBBLICO SIA A BENEFICIO Dl TUTTI.