400 persone senza corrente

“Qualunque cosa avete fatto ai più piccoli, lo avete fatto a me” Mt 25,40

Per noi la motivazione a guardare ai bisogni dei fratelli più piccoli che origina la spinta, la forza, la costanza è la presenza viva di Gesù in noi stessi e nel prossimo. Nella prima lettera di Giovanni cap. 4,20  è scritto: “chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”.

Krajewski, l’elemosiniere del Papa, ha sbloccato il contatore nel palazzo dei migranti

Sembra che si sia calato lui in persona sotto il tombino davanti allo stabile occupato da 400 persone, in maggioranza migranti, nel quartiere Esqulino di Roma per staccare i sigilli ai contatori e riaccendere la luce staccata dallo scorso 6 maggio. E lo ha fatto, a nome del Vaticano, prendendosi la piena responsabilità dell’azione con Prefettura e Acea. Si chiama Konrad Krajewski, «Don Corrado» come piace farsi chiamre, ed è l’elemosiniere di Papa Francesco che lo ha creato cardinale nel 2018 della Diaconia di Santa Maria Immacolata all’Esquilino. Krajewski non è nuovo a iniziative clamorose, come nel 2017 quando rinunciò al suo appartamento personale per ospitare profughi e migranti.

https://press.vatican.va/content/salastampa/en/documentation/cardinali_biografie/cardinali_bio_krajewski_k/_jcr_content/parsys/textimage/image.img.jpg/1530442783865.jpg

«Sono intervenuto personalmente, ieri sera, per riattaccare i contatori. È stato un gesto disperato. C’erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi», ha spiegato Konrad Krajewski che come elomosiniere del Papa ha il compito di svolgere «a nome del Santo Padre» il servizio di assistenza verso i poveri dipendendendo direttamente da lui. Va considerata, quindi, una delle longa manus del Papa. «Non l’ho fatto perché sono ubriaco», ha aggiunto il cardinale che ha risposto all’appello di due giorni fa degli occupanti – 420 persone (tra cui 98 minorenni) – dello stabile ex Inpdap di via Santa Croce di Gerusalemme 55, nella zona dell’Esquilino a Roma, occupato dal 2013. La società di fornitura di energia, Hera, ha staccato la corrente per morosità, per un debito accumulato di oltre 300mila euro a cui il Campidoglio, sembra, non farà fronte.

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