Festa del lavoro

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Primo Maggio, festa di S. Giuseppe lavoratore

Si ricorda oggi San Giuseppe, il padre terreno di Gesù, nella sua veste di falegname, a testimonianza del fatto che anche il lavoro umile può rendere l’uomo partecipe del progetto divino della salvezza. I lavoratori cristiani lo venerano come Patrono.

La nona “beatitudine”

“Beati voi quando con il vostro denaro e le vostre capacità avete creato lavoro per tutti gli uomini. Venite benedetti del Padre nel regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo”.

Questa la “beatitudine” che il defunto mons. Fernando Charrier, vescovo di Alessandria e presidente della Commissione episcopale per iproblemi sociali e il lavoro,proponeva di aggiungere alle otto “beatitudini evangeliche”enumerate dal vangelo secondo Matteo. “L’esortazione – spiegava il vescovo – è a tutti e, inmodo speciale, a chi ha nelle mani il potere politico ed economico”.

“La situazione dei giovani disoccupati o sotto-occupati è certamente frutto di un’ingiusta organizzazione dellavoro”, affermava il vescovo di Alessandria. Ed aggiungeva: “Il lavoro pone oggi delle sfide che non possono essere eluse: queste si traducono nel nuovo rapporto tra capitale e lavoro, tra uomo e mercato, tra società e lavoro, tra finanza e progresso, tra tempi di lavoro e tempo libero”.

Per vincere queste sfide, secondo Charrier, è necessario “porre in essere e non solo proclamare” i valori della “equità, della giustizia, della onestà, della legalità, della imprenditività”. Inoltre, è necessaria una “nuova cultura del lavoro”, che faccia riscoprirne la”dignità”.

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