San Giuseppe

Esemplarità

Il tipo del Vangelo

Paragonando san Giuseppe alla lampada domestica, che diffonde i suoi raggi benefìci nella «casa di Dio», la Chiesa, Paolo VI afferma che egli «la rischiara del suo incomparabile esempio, quello che caratterizza il santo tra tutti fortunato per tanta comunione di vita con Gesù e con Maria, quello cioè del suo servizio a Cristo, del suo servizio per amore. Questo è il segreto della grandezza di san Giuseppe, che ben si accorda con la sua umiltà… Se mai a qualcuno si conviene questa insegna evangelica, che fa la gloria di Maria, la profetessa del “Magnificat”, quella del Precursore, quella, si può dire d’ogni santo: “servire per amore”, a san Giuseppe la dobbiamo attribuire, il quale ci appare da essa rivestito, come del profilo che lo definisce, come dello splendore che lo glorifica: servire Cristo fu la sua vita, servirlo nella dedizione più completa, servirlo con amore e per amore» (19 marzo 1966).

Egli è stato un uomo «impegnato», «tutto per Maria… e per Gesù»; «san Giuseppe è il tipo del Vangelo che Gesù annuncerà come programma per la redenzione dell’umanità; è il modello degli umili che il cristianesimo solleva a grandi destini; è la prova che per essere buoni e autentici seguaci di Cristo non occorrono grandi cose, ma bastano e occorrono virtù comuni, umane, semplici, ma vere e autentiche» (19 marzo 1969).

Leone XIII addita san Giuseppe come modello dei singoli stati del popolo cristiano: «In Giuseppe hanno i padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, concordia e fedeltà coniugale; i vergini un tipo e difensore insieme della integrità verginale. I nobili imparino da lui a conservare anche nella avversa fortuna la loro dignità e i ricchi intendano quali siano quei beni che è necessario desiderare. I proletari e gli operai e quanti in bassa fortuna debbono da lui apprender ciò che hanno da imitare» (Quamquam pluries).

Per Giovanni XXIII, «san Giuseppe offre esempio di attraente disponibilità alla divina chiamata, di calma in ogni evento, di fiducia piena, attinta da una vita di sovrumana fede e carità, e dal gran mezzo della preghiera» (17 marzo 1963)

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