Delle opere di bene, nulla va perduto
Gli aneddoti, le leggende create sulle opere di Madre Teresa Michel, in Alessandria, sono infinite: tutte hanno il sapore di delicata obiettività.
Un giorno – si racconta – erano di passaggio, nei dintorni di via Faà di Bruno, alcuni suonatori ambulanti in cerca di un po’ di denaro per sfamare le famiglie. La cassa della comunità conteneva solo due misere lire, con le quali bisognava provvedere alle necessità dei poveri ospiti. Teresa Michel invitava, per l’inaspettata occasione, le consorelle a danzare, accompagnate da quelle improvvisate musiche e, nel contempo, donare il poco denaro rimasto ai musici affinché potessero portare un po’ di conforto materiale alle loro famiglie. La campana del convento, poco dopo squillava: sulla soglia appariva una vecchietta, alquanto dimessa, pronta a consegnare settecento di quelle povere lire.
E ancora si dice che, nello stesso giorno, la Superiora, recatasi ad offrire una preghiera al Signore, notava un quadro cadente alla parete. Senza esitare lo metteva in sesto e, proprio in quel momento, cadevano a terra abbondanti biglietti da lire 10.
“I poveri, oggi, non hanno che poca insalata per il pranzo” diceva la Consorella addetta alla cucina, poco tempo dopo. Un tocco di richiamo e, alla porta, un pregiato quadro raffigurante S. Gaetano con cento lire in offerta.
Il lettore sarà sorpreso delle cifre indicate nel breve racconto ma, si tratta di un’epoca dove i valori umani erano di una sostanza ben diversa da quella attuale e, quelli monetari avevano un peso in misura di parecchio minore ad una parola o un atto manifestato, seppure non scritto.
La conclusione di questi racconti, scaturiti da una realtà indubbia, indica la forza di fede, dapprima innata in Madre Teresa Michel, in un secondo tempo, trasmessa alle sue collaboratrici: Fede in Dio che sfocia, affinché sia compresa dagli umili, nella carità e nell’aiuto verso gli esseri umani.
La Provvidenza poi, è immensa, giunge inaspettata, senza preavviso, tocca da vicino le persone, le più bisognose di conforto e, qualche volta, scava nelle coscienze degli uomini più impensati, come magistralmente descrive il Manzoni in proposito dell’Innominato.
Alessandria – intesa come cittadini – ha (si usa il presente perché nei ricordi sono vive le sue opere) in Madre Teresa Michel un plinto ben radicato nel terreno, stabile, fermo, sul quale si impernia l’amore verso il prossimo, in particolare ai sofferenti nello spirito e nel corpo, ai diseredati, agli ammalati e a chi pena per i più inimmaginabili motivi.
I racconti, poc’anzi esposti, conducono alla mente il miracolo di Gesù dei pani e dei pesci (le due lire – per intenderci – donate ai musicanti), con pochi pani e pochi pesci si sono sfamate migliaia di persone e, gli avanzi sono stati integralmente raccolti affinché, delle opere di bene, nulla vada perduto.
E che dire della manna scesa dal cielo per sfamare il Popolo? E’ stato questo il messaggio voluto da Dio. Parla di Carità. Anticipa di qualche millennio il miracolo della moltiplicazione, messo in opera da Gesù per alimentare la numerosa folla accorsa per ascoltare la Sua parola, sulle rive del fiume.
Le fondamentali pagine della Bibbia, del Vangelo, le semplici parole dei racconti conducono ad una considerazione interiore: il Padre Supremo è sempre presente, ci conforta con la semplice preghiera, fondamento di speranza, di conforto. Donano la forza per continuare il cammino, non sempre agevole, su questa terra.
Ecco, sotto un altro punto di vista, a cosa conduce l’elemosina di semplici monete, donate con tanto amore ai miseri suonatori; si sono trasformate in centinaia e centinaia, pronte ad incoraggiare il lavoro fra le mura pietose della “Piccola Casa della Divina Provvidenza”.
Franco Montaldo