Statua marmorea della “Domus Dei”

NEL GIARDINO DELLA CASA GENERALIZIA

L’8 gennaio del 1974, nel giardino della Casa generalizia delle Piccole Suore della Divina Provvidenza, a Roma, in occasione del 75° anniversario di fondazione dell’Opera, veniva inaugurata e benedetta dal cardinal Franjo Seper – al tempo Prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede – una bella statua di Madre Teresa Grillo Michel. Tale evento, progettato dalla Superiora Generale emerita Madre Anastasia Pinto Gonçalves, fu accompagnato da un triduo di celebrazioni religiose e conferenze con l’intervento di diverse autorità religiose di Roma e Alessandria e con la partecipazione di numerose suore. All’inaugurazione della statua, fra i tanti invitati, era presente il dott. Carlo Parvopassu Stamm, nipote della Madre Fondatrice.

L’opera marmorea (alta m.1,70), realizzata nel 1973 nei laboratori della “Domus Dei” di Roma, è attribuita allo scultore dott. Perrotta. Anche la Statua della Madonna della Divina Provvidenza (collocata nello stesso giardino), le vetrate e gli arredi della cappella della casa generalizia sono opere della stessa casa produttrice. Tale istituto d’arte, infatti, nato nel 1963, ha sviluppato una costante presenza nelle realizzazioni artistiche – di grande valore – che bilanciano tra loro le istanze del Concilio Vaticano II circa le espressioni estetiche e le esigenze della susseguente riforma liturgica in materia di Arte e Architettura Sacra.

Tale rappresentazione iconografica riferita alla statua della Madre si ispira ad una sua istantanea, fatta a sorpresa davanti all’Istituto Divina Provvidenza, sulla piazza omonima, in Alessandria. La ritrae con lo sguardo verso il cielo, attratta dal volo di uccelli additati dai presenti per distoglierla dall’obiettivo fotografico, che altrimenti avrebbe evitato (così riferiscono le suore testimoni). Lo sguardo radioso di semplice e francescana contemplazione danno al freddo marmo un senso di elevazione e di calore umano, reso ancor più evidente dalle mani congiunte come in preghiera. A questo prototipo sono ispirate altre opere, come la tela della Beatificazione, di cui varie copie troneggiano in altrettante chiese dove Madre Teresa Michel è venerata.

Pur nella rigidità della pietra, l’interpretazione del Perrotta riesce a trasmettere questa ricchezza spirituale della Madre. A guardarla si avverte soddisfazione interiore; e ciò costituisce alto merito dello scultore che ha saputo fissare nella fredda materia la viva espressione e la carica interiore di Teresa Michel. Questi elementi distintivi accendono il desiderio di scoprire quel sorriso che così bene caratterizzava il volto della beata, per cui siamo immediatamente invitati a penetrare nell’immagine per rintracciare il complesso delle virtù che la rendevano, in vita, attraente ed espressiva. La sua collocazione nel giardino della Casa Generalizia favorisce la visita di molte persone, che ne ammirano l’intima spiritualità ben riprodotta dalla maestria dell’autore. Specialmente le suore e le anziane signore ospiti della Casa che ogni giorno passano o sostano davanti alla statua per salutarla, sono spinte a recitare una preghiera e ad enuclearne il messaggio che ancora trasmette.

Questa capacità evocativa è bene espressa dal defunto cardinale Alberto Bovone, la cui significativa testimonianza ho trovato tra le poche carte riguardanti l’argomento. Nel settembre 1991, invitato a prendere la parola sulla Madre fondatrice in occasione della presentazione del libro del Lanzavecchia: “Teresa Grillo Michel – la figura, le opere”, tra l’altro, sua Eminenza diceva in confidenza:
“Ho scritto queste pagine (Madre Teresa Grillo Michel – Memorie care: luoghi e persone) dopo averle pensate mentre nei pomeriggi ancora caldi di questi giorni passeggiavo lungo i sentieri bianchi di sassi nel giardino della casa generalizia a Roma dove vivo da quasi trenta anni ospite amico.
In un angolo del giardino, circondata da una aiuola fiorita sorge una statua di marmo che riproduce Madre Michel, ormai vecchia, il volto solcato da forti rughe. Passandovi vicino era come se parlassi con lei, domande e risposte, una conversazione silenziosa, anima e cuore. Le statue non parlano, ma dentro di me era come se echeggiasse la voce della madre, dolce e imperiosa, quasi un rimprovero: “Ad Alessandria non si affanni a parlare di me, parli invece della Provvidenza ”.

Suor Maria Tamburrano, PSDP

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