Serigrafia di Antonio Lomuscio

Stampa serigrafica realizzata per la beatificazione di madre Teresa Michel.
Sono state tirate 2.500 stampe da offrire come omaggio – ricordo.

La serigrafia

della Beatificazione

 

In occasione della beatificazione di Madre Teresa Michel sono state tirate 2.500 stampe da offrire come omaggio – ricordo. La serigrafia è stata realizzata da Giuseppe Antonio Lomuscio, pittore, scultore, orafo nato a Canosa di Puglia nel 1955. Il risultato è stato valutato molto positivamente sia per la componente “dono” sia per la componente arte. L’autore ha preso come modello una fotografia storica, enucleandone poeticamente e “realisticamente” la figura. Oltre al commento tecnico-estetico ci piace presentare la testimonianza di una delle ragazzine di allora, che, dopo tanti anni, ha riconosciuto se stessa accanto alla Madre.

La rappresentazione artistica utilizza tutte le modalità e tecniche espressive investendole di quella carica poetica che l’autore sa vivere in stesso e riesce a comunicare anche agli altri. Ogni forma d’arte a prescindere dal supporto utilizzato per la rappresentazione dell’immagine, offre sempre tante possibilità espressive anche se si possono constatare pure i limiti che vi possono essere connessi. Ma ogni artista, risponde ad istanze fondamentali di comunicazione poetica ed estetica e si adatta in modo differenziato alla riproduzione, ma anche all’uso “culturale” che se ne vuol fare.
Una stampa serigrafica, date le sue specificità di realizzazione e alla sua configurazione globale come oggetto d’arte, si presta ad un uso divulgativo come prospettiva di diffusione e come raffinato oggetto di omaggio. Per questo in occasione della beatificazione, ne sono state realizzate un discreto numero di copie, da offrire in dono ai diversi amici, benefattori, devoti. Tale raffigurazione emerge per alcuni aspetti interessanti dal punto di vista storico ed estetico.

L’autore

L’autore della serigrafia è Giuseppe Antonio Lomuscio, pittore, scultore, orafo, nato a Canosa di Puglia nel 1955. Figlio d’arte, esordisce giovanissimo come ritrattista ricevendo premi e riconoscimenti in rassegne d’arte nazionali ed internazionali.
Oltre a realizzare numerose tele per le beatificazioni esposte nella Basilica di S. Pietro in Vaticano, ha creato anche statue e bassorilievi per diverse istituzioni pubbliche e private. Esse danno un’idea completa della varietà delle sue doti creative. Le sue opere, sono conservate in molte collezioni, oltre che in Italia, anche in Francia, Australia, Canadà, Stati Uniti, Germania, Lussemburgo e Principato di Monaco.

La tecnica

Il termine «serigrafia» deriva dal greco antico «sericòs» e dal latino «sericus»: serico, di seta; significa letteralmente stampa attraverso uno schermo di seta e dà il nome sia alla tecnica di elaborazione, sia al supporto stampato. Nota ai Cinesi da molti secoli, essa deriva dalla tecnica di stampa per mezzo di mascherine, o dall’intagliografia (pochoir) attraverso sagome ritagliate.
Come per tutte le altre tecniche di stampa tradizionali, anche per la serigrafia vale la definizione di stampa originale d’autore limitatamente ai fogli stampati da forme elaborate direttamente e personalmente dall’artista. Si ha invece semplicemente una stampa, quando le forme, elaborate da artigiani specializzati, traducono un disegno o un bozzetto appositamente redatto da un artista mentre, quando la forma sia tratta, sempre per mano di artigiani specializzati, da disegni, dipinti o fotografie dei medesimi, appositamente elaborati, si ha una riproduzione. L’autore, infatti, pur ispirandosi ad un modello (la fotografia sopra riprodotta) ha realizzato una raffigurazione non solo originale quanto a tecnica, ma anche apprezzabile dal punto vista estetico.

 La raffigurazione

La serigrafia ritrae la Madre Michel ispirandosi ad una foto storica che la presenta con un gruppo di bambini, suore e giovani ospiti del suo istituto in occasione di un saggio realizzato dagli alunni Dell’Opera Pia Pellizzari di Valenza (AL) all’inizio degli anni 40. trovare un modello è sempre importante per un artista, sia dal punto di vista dell’ispirazione che dal punto di vista tecnico, non solo in relazione ai tratti fisici, ma soprattutto a quelli psicologici e spirituali.
Infatti, il  volto della Madre risulta molto materno e sorridente, carico di comprensione e di sensibilità. L’autore vuole appunto trasmettere in messaggio quanto la stessa fotografia già gli prospettava, come rivela il fatto che Ella tiene  nelle mani le due bambine che la circondano, mostrando una tenerezza trasparente e benevola. Tale intuizione è riprodotta con un  linguaggio tenue e soffuso di delicatezza. La leggerezza del colore e dei chiaroscuri rappresenta un ulteriore strumento espressivo ed evocativo della sua carica umana e della sua ricchezza spirituale.

Una curiosa testimonianza

Una sera, sfogliando la rivista “Madre Michel – Messaggio d’amore”, lo sguardo si ferma su una fotografia posta al centro pagina e l’interesse viene subito catturato dalla didascalia: ” La Madre con i bimbi dell’asilo di Valenza”.Non ci posso credere! Controllo con altre mie fotografie scattate a quell’età ed il viso è quasi identico: quella bimbetta in piedi accanto alla Madre, che Le stringe fiduciosa la mano come ad una cara nonna, sono proprio io.

Quella fotografia mi riporta indietro di oltre sessant’anni, ad una infanzia bella e mai dimenticata, anche se eravamo in tempi di guerra. Era il mio primo anno di “asilo” e quanto si erano date da fare nella primavera Suor Bonaventura e Suor Carmela per insegnarci canti e poesie da recitare davanti alla Madre! In seguito, parlando di quei fatti, la mamma mi raccontava che, tornando a casa quel giorno avevo detto che quella Suora importante era come la mia nonna.

Il mio rapporto con le “Suore della Michel”, così erano familiarmente chiamate, è durato per molti anni, ben oltre quelli della Scuola Materna perché mio padre non volendomi far vestire l’uniforme da Piccola Italiana continuava a farmi frequentare la scuola delle Suore, fino alla fine della guerra, quando sono passata direttamente in terza elementare. Ho così condiviso con le Suore il dolore per la morte della Madre e ricordo che nella piccola Cappella al primo piano, davanti ad un Suo ritratto si alternavano a pregare suore, bimbi e genitori, fino al giorno dei funerali in Alessandria.

Da subito tutte le Suore dicevano che Madre Michel era una Santa e quando capitavano situazioni difficili, esortavano a fare una Novena perché la Madre intercedesse presso la Madonna e così fecero anche per me. A dieci anni, dopo aver fatto tutte le varie malattie esantematiche dell’infanzia, fui colpita da una grave forma di scarlattina. La malattia si protraeva, la febbre non scendeva e ad un certo momento sembrò che insorgessero delle complicazioni. Suor Bonaventura venne a trovarmi e portò con sé il lenzuolo su cui aveva riposato la Madre Michel quando venne a Valenza. Ricordo con quanta fede e con quanto raccoglimento mia mamma e suor Bonaventura stesero il lenzuolo sul letto e mi ci avvolsero recitando il Santo Rosario. Dopo qualche giorno la febbre cominciò a diminuire e piano piano mi ripresi completamente. Devo dire che da allora non ho mai più avuto problemi di salute.

Il mio rapporto con le Piccole Suore della Divina Provvidenza continuò ancora negli anni attraverso suor Bonaventura. Da lei prendevo lezioni di pianoforte e quante volte mi sono sentita dire che ero la prima miracolata di Madre Michel e che sarei stata perfetta come suora della sua Congregazione! Queste frasi mi tornarono in mente negli anni della Scuole Superiori quando frequentavo l’Istituto Magistrale ad Alessandria che era confinante con la Casa Madre di Via Faà di Bruno.

Si vede però che non era questa la mia vocazione ed il mio destino. Oggi sono felicemente sposata da quarantatre anni, mamma di tre ottimi figli e nonna di cinque splendidi nipoti, ma nonostante i miei no fermi alla vita religiosa il Signore aveva i suoi piani e, dopo anni di volontariato in ambiti diversi, da vari anni seguo come psicologa dell’U.S.M.I. le giovani Postulanti, le Novizie e le Juniores delle varie Congregazioni piemontesi nella conoscenza di sé a livello psicologico.

Il ricordo di quell’esperienza vissuta da bambina, mi ha accompagnata negli anni e, quando mi trovo in difficoltà ancora oggi mi viene naturale chiedere l’intercessione della Beata Madre Michel. Così è stato in questi ultimi anni quando prima un genero poi un nipotino hanno vissuto momenti difficili per la loro salute, superati felicemente grazie anche, ne sono convinta, all’intercessione della Beata Madre Teresa Michel.

Maria Carla Visconti

(la ragazzina che sta alla sinistra della Madre, mano nella mano)

 

Giuseppe Antonio Lomuscio, pittore.

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