Teresa Michel

Serafino Vassallo, Teresa Michel, Piccole Suore della Divina Provvidenza, 1997.

Prefazione

Della santità parlarono già i filosofi greci che la definirono «la perfezione delle virtù». In essa videro, per l’uomo, la possibilità della felicità, vera aspirazione dello spirito. Solevano chiamarla «saggezza», che, a loro giudizio, doveva praticarsi come ricerca del «vero» e compimento del «bene». Il cristianesimo come via alla santità propose l’amore di Dio.A ben pensare, le due tesi sono complementari, poiché amare Dio è tendere a Lui, Eterna Verità e Sommo Bene. Sul precetto novello l’Apostolo Giacomo osservò che non si può dimostrare di amare Dio che non si vede, se non si dimostra di amare il prossimo che si vede. D’altra parte Gesù stesso dichiarò di ritenere «fatta a Sé» qualsiasi cosa fatta all’«ultimo» tra gli uomini. Teresa Michel è discepola di questa Scuola, seguace di questa dottrina. Provata dal dolore, amò Dio servendo gli «ultimi» della terra. Se nell’ottica evangelica è santo chi ama Dio servendo i fratelli, Madre Teresa è «Santa» in piena regola e in senso rigoroso. Se poi vogliamo conoscere il grado della sua santità, i parametri che si addicono a lei sono quelli attribuiti all’amore dall’Apostolo Paolo: «La carità è paziente, la carità è benigna, non porta invidia; la carità non si vanta, non si gonfia di orgoglio, nulla fa di sconveniente, non cerca il suo interesse, non si irrita, non serba rancore per il male, non gode dell’ingiustizia, ma si rallegra del trionfo della verità; tollera tutto, spera tutto, tutto sopporta» (1 Cor. 13,4-7). Davanti a una Santa il gesto più idoneo è pregare!

Pietro Tamburrano

Nota. Il testo presenta diversi errori di stampa, che tuttavia non ne ostacolano la comprensione.

Tra il Sacro e Santo

Un lungo, entusiastico boato di gioia s’innalza dall’ippodromo parigino di Longchamp, quando il Papa Giovanni Paolo II° annuncia: «…il prossimo ottobre 1997, in S. Pietro a Roma, dichiarerò S. Teresa del Bambino Gesù, Dottore della Chiesa». Era la domenica 24 agosto, giornata conclusiva del 12° Convegno Mondiale dei Giovani. Canti, sventolio di fazzoletti, striscioni, tra i quali primeggia la figura di S. Teresina. Perché tanto entusiasmo in un milione di giovani, provenienti da nazioni e culture diverse, così lontani nel tempo da quella piccola Suora di Lisieux?

Domande doverose, interrogativi interessanti per capire l’attualità dei Santi.

Faccio mie queste domande, questi interrogativi per tracciare alcune linee di lettura del nuovo libro su Madre Michel, di recente pubblicazione. Il libro si apre con l’invito ad un giro turistico nelle grotte di Postumia, per ammirare nelle viscere della terra, le meraviglie della natura, in un gioco fantastico di stalattiti e stalagmiti. Il viaggio nelle viscere della terra ha uno scopo preciso, nell’intenzione dell’autore: le pagine su madre Michel non sono una biografia in senso stretto, ma un viaggio nello spirito per ammirare le meraviglie di Dio.
La scelta specifica delle riflessioni richiese una ricerca particolare delle fonti, senza trascurare l’importanza della storia. L’attenzione si è rivolta alla ricchissima documentazione, raccolta per il processo canonico, diocesano ed apostolico. Interviste e deposizioni di parenti, amici, consorelle e in particolare lo studio e l’esame di teologi deputati dalla Chiesa: il tutto è compreso nel volume: “ Positio super virtutibus”, per il processo di Beatificazione e canonizzazione di Teresa Grillo Michel. Per capire le meraviglie dello Spirito, nella vita di Madre Michel, penso sia utile accennare alla distinzione tra il “sacro” e il “santo”. La Bibbia parla diffusamente del “sacro”, per indicare la presenza e la trascendenza di Dio. La tenda del convegno e il Tempio diventano luoghi sacri, nei quali Dio si manifesta. Al culto sono deputati persone e cose, anch’esse sacre. Il sacro nello stesso tempo divide: “ Dio è l’Altro per eccellenza”, così le persone e le cose sacre si separano dalle comuni. Al sacro si oppone il  santo. La santità non isola, ma pur conservando la sua identità, coesiste col profano, lo feconda senza assorbirlo. Il santo anima l’esistenza e le realtà mondane, senza annientarle, ma lasciando la loro consistenza. Madre Michel la vediamo incastonata nel sacro, se pensiamo al dono del Battesimo, della Confermazione, del Matrimonio, della Consacrazione religiosa. La santità, invece dona un movimento diverso alla vita di Madre Michel. Il Dio tre volte Santo diventa il Dio d’Israele, il Dio che vede la sofferenza del suo popolo e lo redime, lo salva. Gesù, il Santo di Dio, il consacrato dallo Spirito, si fece uno di noi prendendo su di sé l’infermità di tutti.Madre Michel, persona consacrata, tempio di Dio, tenda del convegno, come Mosè, parla a Dio faccia a faccia nella fede, nella preghiera e nella contemplazione. Madre Michel, persona avvolta dallo Spirito cerca i fratelli, i più piccoli e bisognosi, senza distinzione di razza o di condizione sociale. Sul volto di tutti vede il volto di Gesù: bisognoso, sofferente, abbandonato. Il lettore deve oscillare tra il sacro e il santo, nello scorrere i capitoli e le pagine di questo libro. Un’ultima indicazione. Mi appello al principio di Pascal sui fluidi: «… la pressione in un punto di una massa fluida, si trasmette in tutte le direzioni con eguale intensità.» La vita di un santo esercita su tutta la massa fluida,una pressione di uguale intensità. I capitoli, del libro “Verso il 2000”, sottolineano lo spirito nuovo per un tempo nuovo,  già presente in Madre Michel. La Chiesa tutta sente il bisogno di purificazione, per il grande Giubileo del 2000. Il principio di Pascal interessa tutto l’Istituto delle Piccole serve dei Poveri. La santità di Madre Michel esercita una pressione che raggiunge ogni direzione: capitoli, aggiornamento, attualizzazione dello spirito, nell’Istituto ricco del suo passato e, proiettato nell’avvenire.

Serafino Vassallo
autore del libro

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